Una bella notizia anche per gli stranieri: cento euro nella busta
Il decreto governativo del 16.03.2020 prevede nella sua versione definitiva l’erogazione di un bonus da cento euro per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati.
Si tratta dei lavoratori dipendenti con un reddito annuo non superiore a 40.000 euro.
Nel 2021 potrà andare anche ai disoccupati che percepiscono la Nuova assicurazione sociale per l’impiego Naspi.
Inoltre secondo requisito per averne diritto è che durante il periodo di emergenza sanitaria Covid-19, hanno continuare a fornire la forza lavoro e prestato servizio presso il datore di lavoro nel mese di marzo 2020.
Come vengono tassati i 100 euro ?
Il bonus nel cedolinonon concorre alla formazione della base imponibile, ai fini delle imposte dirette.
Se ho lavorato meno giorni ne ho diritto ?
I cento euro sono ragguagliati ai giorni lavorativi, lavoro prestato nella sede dell’impresa. Quindi se si è lavorati solo la metà di giornate, il premio di cento euro diventeranno 50 euro.
Il datore di lavoro può rifiutarsi di versarli ?
Il bonus è attribuito, in via automatica, dal datore di lavoro, che lo versa al dipendente con la retribuzione del cedolino del mese di aprile 2020, ove possibile, e comunque entro i termini previsti per le operazioni di conguaglio.
Il datore di lavoro come sostituto di imposta recupera il premio erogato attraverso l’istituto della compensazione (come il bonus renzi si immagina).
Il premio è concesso anche a chi ha lavorato in smart working ?
No. Chi ha beneficiato del lavoro agile come forma di prestazione del lavoro non avrà i cento euro.
Il testo dell’articolo 63 “Premio ai lavoratori dipendenti”
Ai titolari di redditi di lavoro dipendente di cui all’articolo 49, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che possiedono un reddito complessivo da lavoro dipendente dell’anno precedente di importo non superiore a 40.000 eurospetta un premio, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese.
I sostituti d’imposta di cui agli articoli 23 e 29 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 riconoscono, invia automatica, l’incentivo di cui al comma 1 a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno.
I sostituti d’imposta di cui al comma 2 compensano l’incentivo erogato mediante l’istituto di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
All’onere derivante dall’attuazione del presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 126.
100 euro in più nella busta paga, novità decreto coronavirus
Emergenza Coronavirus, scadenza prorogata anche per i documenti d’identità in scadenza
Per evitare assembramenti negli uffici pubblici i termini per il rinnovo delle carte d’identità e di tutti i documenti di riconoscimento sarà spostato al 31 agosto
La parola d’ordine, da quando l’Italia affronta ufficialmente l’epidemia legata al Coronavirus, è evitare gli assembramenti.
Proprio per questo, anche se gli uffici pubblici rimangono aperti, a cominciare dalle Questure, nei prossimi giorni dovrebbe scattare una modifica importante.
Il governo infatti, come previsto dal ministero dell’Interno, dovrebbe rinviare di qualche mese la scadenza di tutti i documenti di riconoscimento e delle carte d’identità in scadenza.
Con tutta l’Italia ferma e l’invito a non muoversi di casa se non per motivi assolutamente essenziali, è questa l’unica via possibile.
Quindi i documenti di identità dovrebbero essere validi almeno fino al 31 agosto, come è scritto nell’ultima bozza del decreto sull’emergenza Coronavirus.
Proprio per questo motivo necessario recarsi negli uffici appositi per rinnovare la carta d’identità, qualora sia in scadenza o appena scaduta, perché ci sarà tempo per farlo.
L’obiettivo di questa nuova norma è chiaro. Impedire che ci sia una concentrazione di persone, e quindi un potenziali rischio di contagio, negli uffici pubblici, a cominciare da quelli che si occupano di documenti.
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