Bonus mamma, vale anche per le straniere ‘solo’ con permesso di soggiorno
Sentenza storica del Tribunale di Rovereto contro l’Inps: per il bonus non sono necessari i cinque anni di residenza in Italia, ma basta essere regolari
É una sentenza importante, quella emessa da un giudice del Tribuale di Rovereto (in Trentino) negli ultimi giorni: si riconosce infatti il diritto all’erogazione del premio alla nascita, il cosiddetto ‘bonus mamma‘, anche per gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno.
E chi non lo faccia, come successo nel caso dell’Inps locale, commette una condotta discriminatoria.
A dirlo in maniera ufficiale è il giudice Michele Cuccaro, accogliendo un ricorso presentato dal Patronato Inca Cgil del Trentino in difesa di due mamme straniere, ma con regolare permesso in Italia, che si erano viste respingere la richiesta di beneficio dalla sede provinciale di Trento dell’Istituto di previdenza.
Invece i soldi del bonus, pari a 80 euro mensili in caso di un Isee non superiore a 25mila euro annui oppure 160 euro mensili se l’Isee non è superiore alla cifra di 7.000 euro annui.
Il Tribunale di Rovereto si è basato sulla sentenza della Corte d’Appello di Milano emessa nel maggio 2017 che aveva definito discriminatoria la circolare nazionale dell’Inps per il riconoscimento del “bonus mamma domani” per i soli stranieri in possesso di permesso di soggiorno e che possano dimostrare cinque anni di residenza in Italia.
Questo paletto non era stato previsto nella legge di bilancio che aveva istituito il sussidio e quindi non poteva essere applicato in concreto dall’Inps.
Così anche in Trentino il giudice ha considerato legittime le richieste presentate delle due mamme straniere, regolarmente residenti in Trentino e quindi già dal prossimo mese anche per loro arriverà l’assegno da parte dell’Inps che per parte sua aveva presentato nella sua memoria difensiva motivazioni legate al mancato rispetto delle procedure amministrative.
In realtà per il bonus basta il permesso di soggiorno in Italia e chi ne sia in possesso può a tutti gli effetti presentare domanda per il sostegno.
Un primo pronunciamento accolto con molto favore dall’Inca Cgil del Trentino, come testimoniano le parole del suo direttore Marco Colombo che ha precisato come fosse assolutamente necessario muoversi per tutelare i diritti di queste persone e quindi è compito del Patronato rappresentarle affinché le regole vengano rispettate per tutti.
Ora si tratta soltanto di capire se il bonus, che è stato escluso in prima istanza dalla Legge di Bilancio, verrà confermato anche per il 2019.