Il Via del Parlamento Europeo alla semplificazione della Carta Blu UE
Carta Blu UE la riforma
Il 15 settembre 2021 il parlamento europeo ha adottato la riforma della Carta Blu UE, vale a dire una disposizione che mira a facilitare l’accesso, all’interno dei paesi dell’Unione Europea, di lavoratori extra UE – purché altamente qualificati.
Scopo della Carta Blu UE, insomma, è quello di poter attirare all’interno dell’Unione Europea dei lavoratori altamente qualificati in modo da poter avere i lavoratori specializzati, laddove si faccia fatica a trovarne all’interno dei confini nazionali.
La direttiva sulla Carta Blu UE è in vigore dal 2009, e definisce in che modo i cittadini extra Ue possono accedere all’unione europea, assieme alle loro famiglie, purché soddisfino i requisiti di qualifica richiesti per un lavoro all’interno dell’Unione Europea.
Storicamente, dalla fine del 2009 sono davvero poche le richieste di Carta Blu UE presentate da lavoratori stranieri, la maggioranza delle quali in Germania.
Anche sulla base del parziale insuccesso, l’Europarlamento ha deciso di disporre di criteri meno stringenti per accettare lavoratori qualificati dall’esterno e l’Unione Europea.
Scopriamo insieme quali sono le nuove regole per la Carta Blu dell’Unione Europea.
La normativa sulla Carta Blu UE: cosa cambia?
Oggi come oggi, i richiedenti che vogliono ottenere la carta blu devono presentare un contratto di lavoro, oppure un’offerta vincolante di lavoro, di durata di almeno sei mesi. Non solo.
Devono anche presentare la prova delle loro qualifiche e competenze professionali superiori. La soglia salariale che spetta al lavoratore deve arrivare al massimo al 160% del salario medio annuo lordo dello Stato membro dove il soggetto vuole lavorare.
Alcune qualifiche professionali possono essere dimostrate anche portando la prova di una precedente esperienza lavorativa particolare, in più settori come quelli della tecnologia.
È riconosciuta la possibilità per coloro che hanno la Carta Blu UE di trasferirsi in un altro paese membro dell’Unione Europea, dopo aver trascorso 12 mesi del paese di concessione. È possibile per loro anche richiedere il ricongiungimento rapido con i membri della famiglia, facilitando così l’accesso ai lavoratori qualificati consentendo anche alle loro famiglie di raggiungerli in Europa.
Per i rifugiati, inoltre, è possibile richiedere la Carta Blu UE anche in paesi diversi rispetto quelli dell’Unione Europea in cui hanno ricevuto l’asilo.
La Carta Blu UE per l’Italia è ancora oggi un permesso di soggiorno particolare, rilasciato dal questore allo straniero altamente qualificato, dopo che viene stipulato un contratto di soggiorno per lavoro.
La durata del permesso è biennale, se il rapporto di lavoro a tempo indeterminato; di tre mesi rispetto alla scadenza del rapporto di lavoro, se il rapporto di lavoro è a tempo determinato.
In Italia, lo straniero che ha accesso alla Carta Blu UE può iscriversi al servizio sanitario nazionale, e può presentare dopo 10 anni di residenza legale la richiesta di cittadinanza italiana, oltre che ottenere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
Insomma, con le nuove modifiche del parlamento europeo, la Carta Blu UE estende i benefici sia per il lavoratore che per la sua famiglia. In questo modo dovrebbe diventare uno strumento più interessante per quei lavoratori qualificati stranieri che vogliono lavorare in Europa, e anche per le aziende europee che ricercano personale iper qualificato anche all’estero.
L’iter in Consiglio europeo della Blue card
Qualche mese fa (a maggio 2021 per la precisione) Consiglio Europeo e Europarlamento sono riusciti a trovare una intesa circa la riforma della Blue card, il sistema di regole e incentivi, per la particolare questione del permesso di soggiorno, con cui l’Ue vuole attirare lavoratori stranieri qualificati.
Dal 13 al 15 settembre, giorni durante i quali si è svolta la riunione in sessione plenaria a Strasburgo, il Parlamento Europeo è stato chiamato ad esprimere il proprio parere circa l’adozione formale della proposta di direttiva europea che modifica le regole attuali (direttiva 2009/50/EC).
Con questo nuova direttiva sono diventate più tolleranti le condizioni di ingresso e soggiorno dei lavoratori qualificati in UE. Più nello specifico chi è detentore di blue card vede più semplice anche la procedura dei ricongiungimenti familiari, così come il trasferimento in altri Stati dell’Unione.
Quanto previsto dalla proposta europea sposa alla perfezione quelle che sono le priorità indicate dal nuovo Patto sulle Migrazioni e l’Asilo. La direttiva 2009/50/EC avrà numerose novità.
DIRETTIVA (UE) 2021/1883 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 ottobre 2021 sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati, e che abroga la direttiva 2009/50/CE del Consiglio
avvocato immigrazione
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