Permesso di soggiorno per vittime di violenza domestica
Le vittime di violenza domestica che non hanno la cittadinanza italiana hanno diritto ad accedere a strumenti con finalità di protezione, che consentono loro di ottenere il permesso di soggiorno. Anche l’Italia ha questa previsione che deriva direttamente dai trattati internazionali ai quali aderisce.
La Convenzione di Istanbul prevede che gli Stati membri (fra cui anche l’Italia) possano prevedere degli strumenti di concessione del permesso di soggiorno dedicati a persone in condizione di fragilità perché vivono in situazioni difficili come quella della violenza domestica.
In questo caso, in sostanza, al momento dello scioglimento dell’unione (matrimonio) le vittime di violenza domestica possono ottenere un permesso di soggiorno autonomo, distinto da quello del partner.
Cosa si intende per violenza domestica?
La definizione dalla quale prendere le fila è contenuta proprio nella Convenzione di Istanbul, all’art. 3, che comprende tutti gli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale ma anche economica) all’interno della famiglia, o del contesto familiare, anche compiuti dall’ex partner, e del tutto indipendentemente dal fatto che esso condividesse con la vittima la residenza o meno.
Come si declina questo istituto in Italia?
In Italia, la disciplina dell’istituto in questione si trova all’interno dell’art. 18 bis del testo unico dell’immigrazione, ovvero il d. lgs. 286 del 1998.
Questa norma mira appunto a prevedere che, quando ci sono situazioni di abuso o violenza, e ci sia un ‘concreto ed attuale’ pericolo per l’incolumità della vittima, le si può rilasciare un permesso di soggiorno (ovviamente laddove ne sia priva, come capita spesso nel caso in cui la donna si trovi in Italia grazie al permesso di soggiorno del marito), per poter sfuggire alla situazione di violenza.
Insomma, si tratta proprio di un permesso di soggiorno che viene rilasciato allo scopo di proteggere la persona dalla violenza domestica. Si tratta insomma di uno dei c.d. casi speciali, disciplinati proprio dal già citato articolo 18, che permettono di proteggere le persone senza status che consenta l’accesso al permesso di soggiorno in casi particolari e delicati come quello di cui si tratta.
Come si ottiene il permesso di soggiorno per violenza domestica
Come si può ottenere il permesso di soggiorno per violenza domestica?
Questo tipo di permesso di soggiorno speciale si può ottenere laddove si siano accertate, da parte dell’autorità, delle situazioni di violenza o di abuso con pericolo per l’incolumità della vittima, nell’ambito di reati di violenza domestica (ad esempio: maltrattamenti, abusi, mutilazione genitale e via dicendo) commessi sul territorio italiano e per i quali è previsto l’arresto in flagranza. Per ora non è previsto il permesso in questione per il matrimonio forzato, ma esiste una proposta di legge.
Insomma, ci devono essere particolari circostanze per poter ottenere il permesso di soggiorno per violenza domestica: ovvero, un procedimento per reati di violenza domestica, la presenza di violenza di vario tipo, e l’esposizione di un pericolo per l’incolumità del soggetto che denuncia per le sue dichiarazioni o per la scelta di sottrarsi alla situazione di violenza.
Il permesso di soggiorno per violenza domestica può anche essere rilasciato a seguito di interventi di centri specializzati (come i centri antiviolenza) e comunque sempre dopo aver sentito anche il parere dell’autorità giudiziaria, che valuta l’esistenza del concreto ed attuale pericolo sofferto dalla vittima della violenza.
Il permesso di soggiorno per violenza domestica viene rilasciato dal questore, in base però alle seguenti situazioni:
- parere dell’autorità giudiziaria che tiene conto dell’attualità e della gravità del pericolo che la vittima corre per la sua incolumità personale (o proposta dell’autorità giudiziaria stessa);
- relazione dei servizi sociali antiviolenza che rilevano la situazione di violenza domestica (o dai servizi sociali) comunque preso il parere dell’autorità giudiziaria competente.
Quali documenti servono per il rilascio del permesso di soggiorno
Per poter ottenere il permesso di soggiorno per vittime di violenza domestica bisogna presentare anche della documentazione burocratica. In particolare servono i seguenti documenti:
- 4 fototessere
- due fototessere per i figli, se presenti
- passaporto
- marca da bollo da 16 euro
- fotocopia della carta di identità (o del permesso di soggiorno)
- certificato di residenza, o contratto di affitto, purché intestato al richiedente, oppure una dichiarazione di ospitalità, a seconda dei casi
- pagamento del bollettino postale per sé e per gli eventuali figli
- proposta dell’autorità giudiziaria (o parere)
- relazione dei servizi sociali (solo se richiesta).
Come funziona il permesso di soggiorno per violenza domestica
Il permesso di soggiorno per violenza domestica ha una durata di un anno, e porta la dicitura ‘casi special’. Grazie a questo permesso è possibile iscriversi a corsi scolastici, lavorare, accedere ai servizi assistenziali, laddove se ne abbiano i requisiti.
Il permesso di soggiorno per violenza domestica può essere anche convertito, ad esempio in permesso di lavoro per studio, per lavoro. Tuttavia esso può anche essere revocato, situazione che si verifica quando la condotta del soggetto non sia compatibile con le finalità del permesso di soggiorno per violenza domestica, o quando non esistono più le condizioni sulla base delle quali esso è stato rilasciato.
Sintesi a cura dello Studio Legale
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