Conto corrente e la postepay evolution per stranieri

Stranieri richiedenti asilo e la postepay evolution: richiesto un doppio documento di identità

Un richiedente asilo può aprire un conto base presso le Poste Italiane, ma gli servono ben due documenti di identità per la postepay evolution

Un caso che è emerso di recente dopo che ad un richiedente asilo, intenzionato ad aprire il conto presso le Poste (o meglio a richiedere la postepay evolution dotata quindi di codice IBAN), è stato chiesto un doppio documento per aprire un conto che sia oltre quello base (il cui costo è 30 euro l’anno più spese).

In sostanza, per aprire un conto diverso da quello indicato occorre presentare della documentazione in più: per un richiedente asilo, significa presentare un doppio documento di identità, il che però porta a non poche complicazioni.

Per un richiedente asilo, presentare un ulteriore documento di identità oltre al permesso di soggiorno emesso dalla Questura può essere molto più che complicato.

Quando si fa richiesta per il permesso di soggiorno, infatti, il richiedente è tenuto a consegnare alla Questura l’originale del suo passaporto: ciò serve per evitare che il richiedente asilo possa essere costretto a tornare al suo Paese anche contro la sua volontà.

Contestualmente, dalla Questura viene rilasciato il permesso di soggiorno con codice fiscale (che serve appunto come documento di identità: infatti con questo documento il richiedente asilo può accedere ai vari servizi pubblici e privati e può provare la sua identità).

Si tratta a tutti gli effetti di un documento di riconoscimento che permette l’identificazione personale dello straniero a tutti gli effetti.

L’ABI deve permettere a tutti i richiedenti asilo di accedere al conto base, per il quale appunto basta il permesso di soggiorno in quanto come detto è valido come identificativo: ma se il richiedente asilo vuole chiedere un conto differente o la postepay evolution per stranieri, non gli sarà possibile e occorrerà un supplemento di documentazione.

Di conseguenza, andando sul pratico, se il soggetto straniero vuole chiedere una carta ricaricabile postepay evolution non potrà farlo: non ha infatti un altro documento di identità (potrebbe sempre chiedere la carta di identità, che comunque richiede di avere una residenza ed ha una tempistica non certo rapida).

In sostanza, niente carte ricaricabili per il richiedente asilo straniero non residente.

Ma Poste Italiane ha deciso comunque di richiedere sempre a tutti la documentazione supplementare in caso di richiesta di alcuni servizi (fra cui la carta ricaricabile), anche se ciò comporta delle difficoltà in più per chi è sul territorio senza avere ancora la cittadinanza.

Ai richiedenti asilo non resta che fare senza, o cercare qualche altro servizio simile che richieda meno documenti.

Il conto corrente: un richiedente asilo può aprirlo?

Cos’è il conto corrente di base

Quando si parla di conto corrente di base, si fa riferimento ad un conto corrente che, come da nome, presenta solo alcune semplici caratteristiche (appunto, ‘di base’, ovvero minimali).

Questo tipo di conto offre al proprietario dei servizi di pagamento molto importanti, ma ad un costo ridotto: insomma, si tratta di una soluzione che strizza l’occhio soprattutto a quelle fasce della popolazione che non possono permettersi un conto corrente classico con ogni funzionalità, che hanno bisogno di optare per un cc low cost ma che allo stesso tempo offra tutte quelle funzionalità di base fondamentali per essere autonomi nei pagamenti anche online, ricevere lo stipendio e via dicendo.

Questo conto è rivolto solo a persone che hanno esigenze bancarie molto semplici, che insomma devono svolgere solamente i compiti di base, come ad esempio accreditare stipendio o pensione, prelevare denaro, avere una carta di debito, poter pagare online e via dicendo.

Servizi semplici e basilari che oggi come oggi sono fondamentali, anche per chi non può permettersi economicamente un conto corrente classico.

Quindi dobbiamo chiederci se è possibile aprire un conto corrente per uno straniero senza cittadinanza

Rifugiati e richiedenti asilo e il conto di base nel Testo Unico Bancario

Il conto corrente di base è previsto direttamente dal Testo Unico Bancario, che prevede che gli operatori bancari e le Poste forniscano il conto corrente di base, chiamato ‘conto di base’, che contiene solamente quelle caratteristiche basilari e servizi minimi da offrire ai consumatori che si trovino in determinate condizioni, compresi consumatori senza fissa dimora, rifugiati, richiedenti asilo e via dicendo.

Il testo Bancario fa proprio riferimento, quindi, anche ai richiedenti asilo intesi come soggetti con fragilità che hanno accesso all’apertura del conto corrente di base.

Il conto corrente di base è in genere gratuito per quei clienti che siano particolarmente svantaggiati ed in condizione di estrema fragilità; per gli altri, il costo varia a seconda dell’istituto bancario, ma comunque è molto basso rispetto al normale conto corrente.

SINTESI. Un rifugiato o richiedente asilo ha diritto di aprire un conto corrente ? La risposta alla domanda è: SI, un rifugiato ha diritto di aprire il conto corrente di base, come è stato chiarito dalla Circolare ABI del 2019 e dalle Poste Italiane.

Ma vediamo ora se, e a quali condizioni, un rifugiato può aprire il conto corrente di base.

Il rifugiato e il conto corrente di base: quali documenti sono necessari?

La risposta alla domanda è: sì, un rifugiato ha diritto di aprire il conto corrente di base, come è stato chiarito dalla Circolare ABI del 2019 e dalle Poste Italiane.

Un rifugiato può quindi chiedere di aprire, sia presso un istituto bancario che in Posta, un conto corrente di base: la documentazione da portare è la seguente.

  • Codice fiscale (in particolare, ai rifugiati viene conferito un codice fiscale provvisorio con 16 caratteri alfanumerici);
  • il permesso di soggiorno; oppure, la ricevuta della richiesta di protezione internazionale (valida);
  • fotografia del richiedente;
  • nome, data di nascita della persona che richiedere il conto corrente di base.

Se la banca non vuole aprire il conto corrente di base?

Cosa succede, invece, se la banca o la Posta si rifiuta (nonostante la completezza e la regolarità dei documenti presentati) di aprire un conto corrente di base per un rifugiato?

In questo caso, se tutti i documenti son stati presentati, si tratta di una discriminazione.

Purtroppo negli ultimi anni si è assistito a diversi episodi di Banche che rifiutavano o che comunque presentavano diversi ostacoli all’apertura del conto corrente di base per i rifugiati.

Complice anche una non chiarissima normativa per quanto riguarda i documenti (che per i rifugiati, per ovvie ragioni, spesso son provvisori). In alcuni casi, le banche chiedevano ai rifugiati di presentare anche altra documentazione che spesso era assai difficile (per non dire impossibile) da ottenere.

La Banca o la Posta che rifiuti, senza motivo, di aprire il conto corrente di base per un rifugiato sta commettendo un comportamento discriminatorio che è possibile segnalare all’ABI, o anche all’ASGI (che invita a segnalare delle condotte discriminatorie direttamente al suo Servizio Antidiscriminazione, alla mail indicata sul sito) o UNAR.

L’apertura del conto corrente di base è un diritto per coloro che hanno i requisiti e che portano la documentazione richiesta. Senza conto corrente non è possibile compiere operazioni economico-finanziarie di base, ricevere assegni, ricevere l’eventuale stipendio (che, come sappiamo, per legge, il datore di lavoro non può corrispondere in contanti).

Di conseguenza, è anche possibile intentare la causa contro l’istituto che non apre il conto corrente di base su richiesta, e previa presentazione della documentazione completa, di un rifugiato.

Per maggiori informazioni o precisazioni..

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