Consentita l’attività delle badanti straniere, ma a quale prezzo ?
Il premier Conte ha appena confermato con il decreto 22 marzo 2020 che nessuna limitazione sarà disposta per il lavoro di badanti stranieri e baby sitter trattandosi pertanto di attività essenziali per la vita del Paese.
Coronavirus: badanti, colf e baby sitter in nero rischiano grosso negli spostamenti
Con i controlli a tappeto su chi esce di casa, dimostrare di lavorare non in nero sarà molto più difficile. Si rischia un’ammenda e perfino l’arresto
L’articolo 650 codice penale infatti sanziona chi trasgredisce le regole con l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro.
Assunte in regola oppure irregolari poco importa. L’ultimo decreto del governo che ha limitato al minimo gli spostamenti di tutti i lavoratori ha messo dei paletti importanti anche su lavori come quelli di badanti, colf e baby sitter.
La regola è chiara: si può uscire da casa soltanto per motivi legati al lavoro, ma questo deve essere assolutamente dimostrabile e non basta l’autocertificazione se non può essere provato.
Ecco perché, nel caso dei lavoratori domestici c’è da dimostrare di essere effettivamente dipendenti o avere comunque un contratto di lavoro per spostarsi.
Ma se le stime su questo comparto parlano di almeno 2 milioni di persone in Italia, circa 865 mila lavorano con un regolare contratto.
L’Istat nel 2017, ultimo anno nel quale ci sono numeri certi, solo il 48% di chi lavora nel mondo dei servizi alle persone (come badanti, colf e baby sitter) è regolare.
Una delle percentuali più alte, anche se il fenomeno è esteso pure ad altri settori come quelli dell’agricoltura, dei trasporti, della ristorazione.
In tutto quasi 4 milioni di lavoratori che in realtà per il fisco e per lo stato non esistono e ora rischiano grosso.
Perché mai come adesso rischiare di farsi scoprire uscendo di casa?
Con il nuovo decreto infatti in caso di false dichiarazioni durante un controllo sono previste anche sanzioni di carattere penale ancora più pesanti.
Le false dichiarazioni tramite l’autocertificazione è soggetta ai reati degli articoli 495 e 483 del codice penale che prevedono la reclusione fino a 6 anni.
Il principio è quello delle false dichiarazioni e dell’attentato alla salute pubblica se il soggetto in questione doveva rimanere in quarantena.
Accanto a questo però il rischio è quello di incorrere in sanzioni amministrative per il lavoro in nero.
Esclusione dalla cassa integrazione dei domestici
E c’è di più. Nella manovra speciale da 25 miliardi appena varata dal governo, la cosiddetta ‘Cura Italia’, l’articolo 22 specifica che sono esclusi dai benefici tutti i datori di lavoro domestico.
Questo potrebbe significare in concreto il licenziamento quasi in massa dei lavoratori domestici, escluse però le colf.
Loro dovrebbero rientrare nel ‘Fondo per il reddito di ultima istanza‘, pari ad una spesa massima di 300 milioni di euro.
Sarà destinato a tutte quelle categorie, a cominciare dai liberi professionisti, non coperti in altro modo per le mancate entrate lavorative
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