Il suo operato ruota tutto intorno a persone non autosufficienti, o quantomeno parzialmente non autonome. Sostanzialmente, soddisfa le esigenze primarie di vita quotidiana.
Di solito, è luogo comune che tali persone non autonome siano anziani, malati, o portatori di handicap, che hanno bisogno di un aiuto per lavarsi, per mangiare, per vestirsi e per tenere la casa in ordine.
Quali sono dunque le mansioni specifiche delle badanti?
Un primo elenco
Una badante ha il compito di:
Accudire sotto ogni punto di vista l’assistito (anziano o malato che sia), ivi compresa anche la compagnia. Se inoltre la badante risulta convivente, ovvero non solo lavora ma alloggia anche nella casa della persona in questione, vuol dire che quest’ultima non ha proprio capacità di autogestione, pertanto le funzioni della badante risultano essere continuative;
Occuparsi di tutte le faccende domestiche in modo tale che la casa risulti in ordine e pulita, confortevole insomma per l’assistito;
Cucinare i pasti all’anziano, secondo le regole familiari o mediche, che possono concernere non solo gli orari ma anche la tipologia di cucina;
Rispettare le indicazioni sanitarie per somministrare dosi precise ad orari stabiliti le medicine necessarie;
Misurare la pressione, controllare la temperatura o il livello glicemico (in caso di diabete). Quindi ogni controllo legato alla salute;
Provvedere a lavare l’assistito ed eventualmente cambiare il pannolone in caso di mancanza di autonomia nell’andare in bagno.
Le conoscenze della lingua: ecco perché sono
importanti
Spesso le badanti sono di origine straniera. Tuttavia a prescindere la nazionalità di provenienza, la lavoratrice dovrebbe essere in grado di capire la lingua italiana, di leggerla e scriverla.
In tal modo all’occorrenza non avrà difficoltà a chiedere aiuto, a chiamare i soccorsi ed eventualmente a rispondere alle domande dell’operatore.
Deve inoltre potersi mettere
tempestivamente in contatto con i familiari dell’assistito,
soprattutto con colui (o coloro) che funge da punto di riferimento.
La conoscenza dell’italiano è poi
importante affinché la badante sappia seguire le indicazioni
circa il cosa fare nella settimana, il come controllare la salute
dell’anziano, e così via.
Formazione assistenziale
Molte volte le badanti non hanno una formazione sul piano assistenziale o sanitario. Si tratta infatti di donne (e spesso anche uomini) che operano nel settore solo per mera necessità.
Ragion per cui, sarebbe buona norma da parte dei familiari affiancare la badante, per alleggerirle la mole di lavoro e anche il grado di responsabilità nei riguardi dell’assistito.
Resta comunque il fatto che queste lavoratrici devono essere in grado di creare una buona atmosfera nella casa in cui lavorano, rispettando le regole dettate dal datore di lavoro e permettendo a quest’ultimo di fidarsi del suo operato.
Almeno una volta a settimana sarebbe bene effettuare degli incontri con la lavoratrice, affinché possa essere ragguagliata su eventuali nuove esigenze dell’assistito, e affinché lei stessa possa spiegare come stanno andando le cose.
Periodicamente si potrebbe incoraggiare la badante seguire dei corsi di aggiornamento, che non solo si rivelano utili nei riguardi dell’assistito ma anche per il suo modo di approcciarsi al lavoro.
Gli orari di lavoro commisurati alle funzioni
In base alle funzioni che la badante
svolge, la richiesta dell’impegno lavorativo giornaliero
ovviamente può cambiare. Maggiore sarà il grado di deficit o di
menomazione dell’assistito e maggiore risulterà il tempo che la
badante deve trascorrere con lui.
Può dunque capitare che non si tratti di un impegno circoscritto a poche ore, ma che sia un lavoro a tempo pieno, con assistenza continua giorno e notte.
In tal caso dunque il minimo che la famiglia possa fare è offrire vitto e alloggio alla badante, che dunque risulterà convivente.
È buona norma comunque che in caso di assistenza 24h si lavori a turno, prevedendo dunque l’alternanza tra badanti diurne e badanti notturne.
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