Cos’è il patto sulla migrazione e l’asilo

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L’Europarlamento approva il nuovo Patto su migrazioni e asilo a livello europeo

Approvato il nuovo patto sulle migrazioni e l’asilo: i dieci testi di legge che riformulano le normative esistenti in materia sono stati finalmente approvati.

Il pacchetto normativo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, quindi entrerà in vigore e sarò applicato fra due anni; due anni sono anche il tempo a disposizione degli Stati Membri per mettere a terra le nuove norme.

Sono 10 i testi normativi che dovranno riformulare la politica europea che regola il diritto di asilo e migrazione. I punti principali che verranno focalizzati in questi testi sono sostanzialmente i seguenti:

responsabilità e solidarietà europea.

Viene invocato il principio della solidarietà europea per cui i Paesi UE sui quali, per vari motivi, c’è una maggiore pressione migratoria, possono chiedere aiuti trasferendo i richiedenti asilo o i soggetti che hanno diritto a protezione internazionale in altri Paesi membri e forniranno supporto tecnico-finanziario ed operativo.

Saranno aggiornate le regole di Dublino che stabiliscono i criteri di gestione delle domande di protezione.

Accoglienza dei richiedenti asilo. Gli standard di accoglienza devono essere univoci in tutta la UE, per quanto riguarda diritto al lavoro, all’istruzione, gestione dell’alloggio, assistenza sanitaria, spostamento.

Il regolamento delle qualifiche per applicare standard uniformi. Per gestire uniformemente lo status di rifugiato o di richiedente la protezione sussidiaria e per i diritti di questi soggetti, si applicherà un unico regolamento in tutta l’UE.

Controllo delle frontiere. Risponde al bisogno di sicurezza il meccanismo di controllo delle frontiere UE: i soggetti che non soddisfano le condizioni di ingresso in UE dovranno subire un c.d. pre-screening, ovvero identificazione e raccolta di dati biometrici ma anche controlli di sicurezza e sanitari che durano massimo sette giorni (sempre nel rispetto dei c.d. diritti fondamentali).

Procedure di asilo rese più rapide. La nuova procedura comune a livello UE per concedere / revocare l’asilo permetterà a queste domande di essere gestite, idealmente, in modo più rapido e di gestire più velocemente anche le domande non ammissibili e quelle infondate.

• Vige il regolamento EURODAC. Questo regolamento consente di conservare i dati (immagini del volto, per soggetti dai 6 anni in su, e impronte digitali) dei soggetti che arrivano irregolarmente in UE, per preservare la sicurezza in caso di minacce alla sicurezza europea.

Nuovi meccanismi in caso di crisi. In caso di aumento improvviso degli arrivi dovranno esserci meccanismi di solidarietà a favore dei Paesi sotto pressione. Particolare attenzione alle migrazioni causate con intento di destabilizzare l’UE da parte di Paesi terzi o soggetti ostili non statali.

Arrivi legali verso l’UE. I Paesi membri possono su base volontaria ospitare i rifugiati che siano riconosciuti dll’UNHCR e che si sposteranno in modo legale e scuro verso l’UE.


(OLD) Migration Compact o patto sulla migrazione

I leader dell’Unione europea stanno continuando a lavorare sulla questione immigrazione e, a partire dal Migration Compact, vorrebbero stringere i primi accordi rapidamente entro quest’anno. Grazie all’accordo tra UE e Turchia, i flussi verso la Grecia sono calati drasticamente e si vorrebbe raggiungere un risultato così positivo anche per il Mediterraneo centrale, dove i flussi di migranti economici sono allo stesso livello dello scorso anno e serve un intervento tempestivo.

Il Migration Compact (patto sulla migrazione) è una proposta del governo italiano fatta all’Unione Europea per ridisegnare le politiche europee sulla gestione dei flussi migratori in costante arrivo nel territorio comunitario. Nello specifico, si vorrebbero instaurare rapporti con paesi terzi, in particolare quelli africani dai quali arrivano continuativamente la maggior parte dei migranti in cerca di una vita migliore nel continente europeo.

Lo scorso Aprile, il governo italiano ha illustrato il documento ai vertici UE per stimolare una più amplia discussione sull’argomento e la Commissione europea lo ha accolto e riproposto ufficialmente.

Il documento prevedrebbe un “equo grande accordo” in cui l’Unione Europea offrirebbe a paesi terzi dei progetti di investimento e bond euro-africani che consentano un auto-finanziamento a tassi più bassi, grazie alla garanzia europea. Nel settore della sicurezza si cercherebbe di stabilire una rete di cooperazione nella gestione e controllo delle frontiere e dogane, nonché sul fronte della giustizia penale e gestione dei migranti e rifugiati in linea con gli standard internazionali.

In territorio europeo, invece, l’Unione europea migliorerebbe le opportunità di ingresso legali nel paese, sbloccando per esempio le quote di ingresso ai lavoratori o offrendo informazione e formazione nei paesi di origine (compresa la lingua e programmi di studio e ricerca), in modo da incrociare la domanda e offerta di capitale umano e imprese.

Inoltre si prevedono anche programmi di reinsediamento (resettlement) per i profughi, in modo da compensare il “peso” che questi avranno sui paesi più gettonati dalle linee migratorie, in cui verranno istituiti sistemi di asilo sullo standard internazionale.

Per la questione dei rimpatri e riammissione dei migranti irregolari, servono accordi operativi con ufficiali di collegamento che velocizzino le procedure di identificazione e rilascio documenti di viaggio.

I paesi africani dovranno impegnarsi innanzitutto nel controllo delle frontiere e conseguente riduzione dei flussi migratori. Si prevede anche una dotazione di sistemi di accoglienza di gestione dei flussi in modo da fare uno monitoraggio in origine, per differenziare migranti economici e persone bisognose di tutela internazionele.

Inoltre dovrebbero impegnarsi in attività di ricerca e soccorso profughi, con una probabile collaborazione con la Guardia di Frontiera Europea.

Tutto questo deve essere messo in atto e implementato rapidamente, come specificano i leader europei, a partire da “un numero limitato di Paesi prioritari di origine e di transito” per essere poi esteso ad altri paesi, seguendo i flussi migratori. L’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, porterà avanti le trattative, anche stabilendo accordi temporanei prima di trovare soluzioni a più lungo termine.

Infine, per finanziare gli accordi “tutti gli strumenti e le risorse rilevanti di finanziamento devono essere mobilitate in maniera coerente”, conclude il Consiglio. La Commissione ha chiesto di mettere a disposizione nuovi 500 milioni di euro, per arrivare a un miliardo di risorse fresche per questo progetto.

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Portale Immigrazione
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