Flussi Colf e badanti: ecco come funziona il “click day” del 4 dicembre 2023
Al via il click day per le badanti e le colf da assumere col decreto flussi
Grazie al Decreto Flussi, da lunedì’ 4 dicembre alle ore 9 sarà possibile dare il via al c.d. click day ovvero all’assunzione di collaboratori domestici (colf, badanti, baby sitter, giardinieri, ecc) stranieri per le famiglie italiane, in maniera totalmente regolare e secondo le specifiche del decreto flussi.
Il Decreto Flussi prevede che per l’anno prossimo possano accedere in Italia regolarmente, tramite assunzione, una certa quota di lavoratori domestici.
Come si fa domanda per il click day?
Dal 4 dicembre, alle ore 9, come detto, è possibile accedere al Portale Servizi del Ministero dell’Interno (dove è disponibile la precompilata) e trasmettere la domanda.
La pre-compilata, ricordiamo, poteva già essere riempita dal 26 novembre. Per trasmettere la domanda bisogna avere la Cie o SPID. I posti disponibili (ovvero il numero di collaboratori assumibili in questa maniera) sono limitati, solo 9.500, quindi è importante collegarsi dal click day.
Requisiti e procedura da rispettare
La domanda al click day può essere trasmessa però in base al reddito (non inferiore a 20mila euro annui, per i single; non inferiore a 27mila euro annui, per i nuclei familiari; per i casi in cui il datore di lavoro sia una persona non autosufficiente non c’è requisito di reddito).
Il contratto di lavoro per il collaboratore domestico può essere a tempo determinato o indeterminato, full time o part time con un minimo di 20 ore e con retribuzione, in ogni caso, mai inferiore a 503,27 euro.
Inoltre, come da normativa, il centro per l’impiego non dovrà avere a disposizione lavoratori già presenti sul territorio nazionale che siano disponibili al lavoro perché nel quale caso non avrebbe senso richiedere un lavoratore dall’estero.
Una volta che questo requisito sia stato controllato, quindi entro 20 giorni circa, segue il requisito dell’asseverazione. Le associazioni di categoria o i professionisti abilitati devono certificare le condizioni di reddito del datore di lavoro secondo i requisiti normativi, ma anche che il contratto sia in regola secondo il CCNL nazionale per il lavoro domestico.
I requisiti per presentare la domanda dei flussi nel settore domestico
Per il settore dell’assistenza familiare (modello A-bis) di cui ali’ art. 6, comma 4, lettera c), l’istanza di nulla osta al lavoro subordinato a tempo indeterminato ovvero determinato, con orario a tempo pieno o a tempo parziale, dovrà indicare la retribuzione prevista dal CCNL di settore (lavoro domestico) e, comunque, non dovrà essere inferiore al minimo previsto per l’assegno sociale (503,27 euro mensili).
Il reddito necessario per presentare la domanda per colf e badanti
Con riferimento alla capacità economica del datore di lavoro, così come indicato dalle Circolari INL n. 3 del 5 luglio 2022 e n. 2066 del 21 marzo 2023, “il reddito imponibile del datore di lavoro con nucleo familiare composto solo dalla sua persona non può essere inferiore a 20.000,00 annui, limite che sale a 27.000,00, nel caso in cui la famiglia anagrafica del datore di lavoro sia composta da più familiari conviventi.
Possono concorrere nella formazione del requisito reddituale del datore di lavoro sia il reddito del coniuge e dei parenti entro il secondo grado di parentela, anche se non conviventi, sia eventuali redditi esenti certificati (come, ad esempio, assegno di invalidità)”.
Datore disabile o affetto da patologie
Il requisito reddituale non è richiesto per il datore di lavoro affetto da patologie o disabilità che ne limitano l’autosufficienza e che presenti istanza di nulla osta al lavoro per un lavoratore addetto alla sua assistenza.
È possibile inoltrare l’istanza anche da parte di persona singola, componente il nucleo familiare dell’assistito ovvero da rappresentante di convivenze familiarmente strutturate (es. comunità religiose, convivenze militari, case famiglia, comunità di recupero e/o assistenza disabili, le comunità focolari) ai sensi del CCNL che disciplina il rapporto di lavoro domestico.
È parimenti necessario dimostrare il reddito secondo quanto previsto dall’articolo 24-bis T.U.I.
Decreto Flussi triennale: via libera dal governo, tutti i numeri e nuovi settori
Il governo Meloni ha deciso di modificare l’emanazione del Decreto Flussi, che non sarà più annuale ma triennale. Proprio nelle scorse ore il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, il dpcm dove viene esplicata la Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri che fa appunto riferimento al triennio 2023-2025.
I numeri del decreto flussi triennale
Nel comunicato viene chiarito che per il triennio in questione gli ingressi complessivi sono 452.000, poco più della metà rispetto al fabbisogno rilevato che è di circa 833.000 unità. Nel 2023 gli ingressi previsti sono in tutto 136.000, mentre nel 2024 sono in programma 151.000 ingressi. Infine, nel 2025 gli ingressi saranno 165.000.
Decreto flussi 2023 2025 anche per badanti straniere e colf e nuovi settori produttivi
Non è soltanto questa la novità del Decreto Flussi triennale, dato che nel comunicato viene sottolineata l’estensione dei settori produttivi e delle categorie professionali coinvolte: tra questi figurano gli addetti ai settori dell’assistenza familiare e socio sanitaria, oltre ai lavoratori per il trasporto passeggeri con autobus e per la pesca.
Vengono ovviamente confermati per il lavoro autonomo e subordinato non stagionale tutti quei settori già noti, vale a dire l’edilizia, il turistico-alberghiero, l’automotive, l’alimentare, la cantieristica navale e via dicendo. Stesso discorso per il lavoro subordinato stagionale, che riguarda i settori dell’agricolo e del turistico-alberghiero.
Il comunicato del Consiglio dei Ministri chiarisce inoltre che determinate quote per i settori di agricoltura e turismo vengono riservate ai lavoratori che provengono da quei Paesi (di origine o di transito) che hanno sottoscritto accordi per rendere più semplice la migrazione regolare, oltre a favorire il contrasto della migrazione irregolare.
Paesi, inoltre, le cui istanze di nulla osta all’ingresso in Italia per lavoro stagionale, anche pluriennale, siano presentate dalle organizzazioni di lavoro indicate nel decreto e maggiormente rappresentative a livello nazionale.
Finalità del nuovo decreto flussi triennale
L’obiettivo di questo Decreto, stando a quanto affermato dal Governo, è quello di contrastare l’immigrazione irregolare e favorire invece quella regolare.
Tuttavia alcuni aspetti contenuti nel Decreto rischiano di rendere le assunzioni molto complesse. In primis c’è l’aspetto sulla verifica di indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio italiano.
Richiesta preventiva all’ANPAL
Le imprese devono infatti presentare una richiesta al centro per l’impiego della propria provincia per verificare se è possibile garantire quell’occupazione a persone già presenti sul territorio prima di andare ad assumere lavoratori extracomunitari.
La richiesta per il lavoratore straniero regolamentata dal Decreto Flussi può partire solo dopo questa verifica, ovvero se il lavoratore già presente sul territorio non si presenta; se dal centro per l’impiego non arriva alcuna risposta entro 15 giorni oppure se il datore di lavoro non ritiene idoneo il lavoratore per quel determinato impiego.
Sostanzialmente si tratta di un lungo procedimento che rischia solo di creare stallo, come denunciano gli addetti ai lavori: molto raramente, infatti, vengono assunte persone già presenti sul territorio, pertanto tutti questi passaggi risultano ampiamente superflui.
Decreto flussi integrativo per le domande già inviate del click day di marzo
Non è tutto, perché oltre al Decreto Flussi triennale il governo ha anche approvato un Decreto Flussi integrativo che consente di aumentare le quote di ingresso del 2022.
Le domande d’ingresso per lavoro sono risultate in eccesso rispetto alle quote autorizzate (oltre 252.000 richieste negli ultimi mesi), pertanto il Consiglio dei Ministri ha introdotto questa integrazione per consentire l’ingresso di 40.000 lavoratori stranieri in più – che si aggiungono agli 82.705 già a disposizione – da destinare interamente agli ingressi per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, due settori in difficoltà per carenza di manodopera.
Sintesi a cura dello Studio
avvocato per stranieri
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