Disoccupazione agricola per lavoratori stranieri

Disoccupazione agricola per lavoratori stranieri

La Disoccupazione Agricola, come funziona per gli stranieri

Cos’è la disoccupazione agricola e cosa la differenzia dalla Naspi ?

Si parla di disoccupazione agricola con riferimento ad un’indennità erogata in favore dei lavoratori extracomunitari del settore agricolo per i periodi in cui non svolgono l’attività.

È una forma peculiare di sostegno economico, che dunque consente di beneficiate di un reddito durante i mesi di inattività, purché sussistano determinati requisiti.

L’INPS eroga pertanto in un’unica soluzione l’assegno, contrariamente a quanto avviene per altre forme assistenziali come la Naspi.

Disoccupazione agricola e permesso di soggiorno

Quali titoli di soggiorno danno diritto alla disoccupazione agricola ?

Ha diritto alla disoccupazione agricola il lavoratore extracomunitario possessore del permesso di soggiorno ordinario, carta di soggiorno o permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo.

Invece la domanda è preclusa ai lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per intenderci gli stranieri entrati in Italia con il decreto flussi e nulla osta al lavoro stagionale.

Una volta convertito il permesso di soggiorno stagionale in subordinato, nell’ambito delle quote flussi, è possibile poi richiedere la prestazione di disoccupazione.

Chi può beneficiare della disoccupazione agricola

Occorre almeno due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria e almeno 102 contributi giornalieri nel biennio costituito dall’anno cui si riferisce l’indennità e dall’anno precedente. Per raggiungere i 102 contributi, si contano anche quelli figurativi relativi a periodi di maternità obbligatoria e congedo parentale.

I requisiti, le categorie di lavoratori

Per beneficiare dell’indennità agricola, occorre essere in possesso di alcuni requisiti, previamente indicati dalla normativa di riferimento. Possono dunque presentare domanda di disoccupazione:

  • operai agricoli con contratto a tempo indeterminato;
  • operai agricoli con contratto a tempo determinato;
  • piccoli coloni;
  • piccoli coltivatori;
  • compartecipanti familiari.

I primi non devono risultare dunque occupati tutto l’anno, mentre per i secondi non esistono limiti e restrizioni.

I terzi non devono aver prestato servizio come soci per più di 120 giornate durante l’anno per godere della disoccupazione, mentre i compartecipanti familiari sono i parenti del titolare, che prestano manodopera in azienda come ausilio.

I piccoli coltivatori per avere l’indennità di riferimento devono essere iscritti agli elenchi nominativi di categoria, integrando la contribuzione fino a 51 giornate con versamenti personali volontari.

Bisogna altresì aver maturato almeno due anni d’anzianità di servizio, detenendo tra le altre cose una polizza che tuteli dalla disoccupazione involontaria.

Disoccupazione agricola per lavoratori stranieri

Categorie di esclusi

Viceversa non possono avanzare pretesa di disoccupazione:

  • operai agricoli extracomunitari impiegati nel lavoro stagionale con permesso di soggiorno stagionale;
  • lavoratori dimessi in maniera volontaria;
  • lavoratori che ricevono la pensione;
  • chi presenta la domanda oltre i termini di scadenza;
  • lavoratori iscritti alla Gestione autonoma o separata.

Per i dimissionari volontari, diciamo che la domanda può anche essere presentata, purché le dimissioni siano dipese da una giusta causa, o in caso i lavoratori abbiano interrotto l’attività nel periodo immediatamente successivo al parto.

Stessa regola vale per i pensionati: ovvero possono avere accesso alla disoccupazione purché il pensionamento sia giunto nell’anno in corso.

Importi e giornate massime

L’indennità agricola viene erogata per un periodo massimo di 365 giorni: le tempistiche sono comunque commisurate alle giornate effettivamente lavorate.

Bisogna comunque sottrarre dal conteggio le giornate in cui il dipendente ha lavorato (qualunque sia l’ambito di riferimento) nonché i periodi di malattia, le giornate di eventuale infortunio e quelle di maternità, e ogni altra tipologia.

Importo dell’indennità di disoccupazione agricola

Per quanto concerne il valore della disoccupazione agricola, essa è pari al 40% della retribuzione percepita, in base al contenuto contrattuale. Per i primi 150 giorni l’importo è netto, non si è cioè soggetti a trattenute.

Dopo i cinque mesi iniziali, ci sarà poi un’aliquota del 9%, per il contributo al fondo di solidarietà. Per i lavoratori a tempo indeterminato, non esistono trattenute, ma l’assegno equivale al 30% della retribuzione.

Liquidazione dell’importo

Come anticipato nel paragrafo introduttivo, l’INPS effettua il pagamento attraverso accredito diretto sul conto della persona interessata (in tal senso andrà bene conto corrente bancario, libretto postale, conto corrente postale o carta prepagata dotata di Iban), in un’unica soluzione.

Volendo comunque si può chiedere all’ente di emettere il pagamento su un bonifico, da ritirare presso un ufficio postale di zona.

Per fare ciò però occorre presentare un documento d’identità, il proprio codice fiscale e il modulo di avviso inviato dall’INPS a mezzo posta.

Domande per la disoccupazione agricola

Se in possesso dei requisiti poc’anzi descritti, siamo dunque pronti a presentare la domanda di disoccupazione agricola. Essa può essere inoltrata solo online, attraverso il servizio telematico dell’INPS.

Per chi non è autonomo, si può rivolgere ai patronati o telefonicamente al centralino dell’ente.

Insieme alla DS agricola può essere allegata la richiesta dell’assegno al nucleo familiare entro il termine di prescrizione di cinque anni.

Termine di presentazione

La domanda può essere inoltrata entro il 31 marzo dell’anno successivo, rispetto a quello di riferimento per l’indennità maturata.

Se chi ha diritto all’indennità risulta defunto, i familiari possono ugualmente fare richiesta, purché sussistano sempre i medesimi requisiti.

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