Un lavoro che vede come protagonisti e attira soprattutto stranieri
Rider: chi sono, come diventarlo
Si sente sempre più parlare di rider, in questi tempi. Il boom delle app per il cibo (e non solo) a domicilio, specie nelle grandi città, hanno reso questa figura molto comune, e sempre più nota.
Il rider è quella figura di fattorino addetto alle consegne a domicilio, che si sposta spesso in bici, in moto oppure in auto e che consegna cibo (ma anche tanto altro) a domicilio delle persone che ne fanno richiesta utilizzando apposite app.
In sostanza, a differenza del classico fattorino che lavora per un locale, il rider lavora con delle società di Food Delivery: le più note e famose sono JustEat, Deliveroo, UberEats e Glovo, ma ce ne sono davvero tante altre che stanno sorgendo come funghi, specie nelle grandi città.
Il compito del rider è quello di ritirare il cibo direttamente dal locale e portarlo a casa del cliente che l’ha ordinato utilizzando l’app (oppure in ufficio, o in hotel, o ovunque si trovi).
Ma come lavora un rider? Quanto si guadagna, e come lo si diventa? Come si è inquadrati, dal punto di vista contrattuale? Sono davvero tante le curiosità attorno a questa figura: scopriamo di più insieme.
Come si diventa rider
Ogni app è un mondo a sè, ma in generale per diventare rider ed essere ‘assunti’ non sono richiesti requisiti particolari. Non vengono, ad esempio, richiesti titoli di studio e nella maggioranza dei casi non è neppure necessario avere la patente B, perché il mezzo di locomozione è spesso la bici o la moto. Ovviamente occorre essere maggiorenni.
Ad un rider comunque vengono richieste caratteristiche come conoscenza della città e delle strade, per muoversi velocemente; puntualità, gentilezza; buone doti comunicative, conoscenza del codice della strada, capacità di lavoro per obbiettivi, resistenza fisica.
In alcuni casi viene richiesto al rider di avere uno smartphone con un certo sistema operativo, per la gestione degli ordini e per la gestione delle consegne (ma anche per avere le app per muoversi nel traffico della città).
Molte società di Food Delivery, nel loro percorso di assunzione del rider, prevedono anche alcune sessioni di formazione (c.d. onboarding) per insegnare come funziona il lavoro, l’app e come prenotare le sessioni di lavoro (infatti quasi mai il rider ha degli orari fissi, ma sceglie lui stesso quali sono le sessioni di lavoro). Molto spesso l’azienda fornisce anche il kit aziendale (può trattarsi dello zaino termico, della giacca o della divisa, del logo e del materiale catarifrangente se si usa una bici).
Per cominciare a lavorare come rider è spesso necessario solo candidarsi alla piattaforma dell’app per la quale bisogna lavorare, segnalando così la disponibilità.
Quanto guadagna un rider
Un rider è essenzialmente una figura professionale di difficile inquadramento. Infatti egli sceglie in autonomia gli orari nei quali lavorare, e molto spesso si dota anche in autonomia degli strumenti di lavoro (zaino termico, smartphone, mezzo di trasporto).
Difficile, quindi, considerarlo un classico dipendente. Comunque sia, la normativa cerca di tutelare i rider che sono utenti deboli nei confronti delle multinazionali del food delivery.
In Italia ad esempio da novembre 2020 è stato introdotto un contratto collettivo nazionale dedicato proprio ai rider, una nuova figura professionale in cerca di riconoscimento e di tutela.
Ma alla fine quanto guadagna un rider?
Difficile a dirsi, perché sostanzialmente il guadagno di un rider dipende da due aspetti: da quante ore lavora, e da quante prenotazioni riesce ad ‘accaparrarsi’ durante il turno di lavoro. Flessibilità massima, infatti, è una delle caratteristiche fondamentali di questo impiego, che difficilmente si traduce in un lavoro a tempo pieno che consente di vivere.
Le app di food delivery in genere prevedono una paga media oraria (che vada da 4 a 10 euro lordi per una-due ore, a seconda della società) e ovviamente un pagamento suppletivo per consegna.
Ricordiamo che in Italia, da novembre 2020, è stato introdotto un CCNL per i rider che prevede il pagamento minimo di 10 euro all’ora nelle ore lavorate.
In ogni caso, son davvero pochi i rider che riescono a guadagnare più di 5000 euro l’anno con questo tipo di lavoro, che spesso è più un secondo impiego o un lavoro di contorno in attesa di trovare una professione meglio retribuita.
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