Creazione della Polizia di frontiera europea
La Commissione europea intende approvare un progetto legislativo mercoledì prossimo per istituire per la prima volta un’autentica polizia di frontiera europea e trasformare il controverso controllo dell’immigrazione irregolare in una competenza comunitaria.
Il progetto storico è il nucleo dell’ultimo discorso di Jean-Claude Juncker sullo stato dell’Unione Europea, che si terrà il 12 settembre 2018 a Strasburgo.
Il discorso accompagnati dall’adozione di diversi progetti di legge, in particolare la creazione di una vera e propria guardia costiera europea e di confine con la capacità di monitoraggio sul territorio europeo, di intervenire in paesi terzi e poteri per partecipare al operazioni di rimpatrio degli stranieri irregolari.
La proposta rifletté per anni, ma non si è mai fatto avanti per l’enorme riluttanza suscitato in diversi paesi, in particolare il sud, timorosi di un trasferimento di sovranità–
Ma la Commissione ritiene che l’ultima crisi migratoria , innescata dal rifiuto d’Italia di consentire lo sbarco delle persone soccorse in mare, ha dimostrato che la gestione nazionale dei flussi migratori è diventata obsoleta e dovrebbe passare a una gestione centralizzata.
Il trasferimento della sovranità di una politica che ha mosso i primi passi nella creazione di Frontex nel 2004 e è stata rafforzata con la creazione nel 2016 della Guardia europea di coste e frontiere , ancora soggette al controllo delle autorità nazionali.
Entrambe le pietre miliari sono state un passo avanti, ma le fonti europee riconoscono che “non è andato oltre il coordinamento e la gestione delle informazioni”.
La precedente proposta di “Fortezza Schengen” del 2015
Dopo i feroci attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi, l’Europa ha preso posizione, decidendo di ripristinare i controlli sistematici alla frontiere per evitare che episodi analoghi possano ancora verificarsi.
Ben ventotto sono stati i governi dell’ Unione Europea che hanno deciso di aderire alla proposta emendata dalla presidenza lussemburghese, che come è ben noto, è stata posta alla guida della stessa per un periodo di sei mesi.
Chiamata appunto “Fortezza di Schengen”, detta proposta consisterebbe nel rafforzare ed attuare in maniera repentina i controlli sulle frontiere esterne, non solo per chi arriva da “fuori” ma anche per coloro che godono del diritto relativo alla libera circolazione.
L’intento è quello di riuscire a stringere le maglie sui flussi relativi agli appartenenti alle milizie islamiche, come chiesto dalla Francia e non solo.
Una volta attuata questa decisione verranno nettamente intensificati i controlli che quindi saranno molto più acuiti per tutti i viaggiatori che comunitari e non, che decideranno di entrare nell’area Schengen.
E’ oramai noto che moltissimi islamici vivono tra noi in quanto molti nati in questo contesto e quindi muniti di passaporto europeo, ulteriore motivo per cui i controlli dovranno essere apportati nella maniera più minuziosa possibile onde evitare che nessun particolare passi inosservato e quindi non è ammesso nessun errore.
Detta proposta risulta giocare un ruolo fondamentale nella lotta al terrorismo, e se come detto prima “abbiamo i ladri in casa”, dato che sono liberi di transitare dall’Italia alla Francia in maniera del tutto libera lasciando così che agiscano indisturbati, questa soluzione risulta essere ideale per riuscire a tenere a bada questo fenomeno migratorio al fine di evitare ulteriori episodi di inaudita violenza relativi alle guerre di religione.
Passenger name record e Centro europeo antiterrorismo
Nella proposta è stata vagliata l’ipotesi di istituire il Pnr, ovvero il Passenger name record, ossia un registro europeo relativo ai nomi dei passeggeri, di cui tanto si discute da anni, ma che, per molti non è la soluzione ideale da adottare in quanto significherebbe a loro detta quella di andare a creare l’ennesima forma di erosione della privacy. Detto registro avrebbe come scopo quello di schedare i voli interni per un periodo relativo ad un anno.
La presidenza ha come unico scopo quello di rendere più efficaci i controlli alle frontiere attuando controlli su quelli che entrano, sia essi cittadini europei sia non. Non va dimenticato che dal gennaio 2016 l’Europol lancerà l’ECTC, ossia il centro europeo antiterrorismo che permetterà agli stati di scambiarsi informazioni per far si che le operazioni di coordinamento risultino più veloci ed efficaci.
Inoltre preme dire che nella bozza conclusiva il Consiglio Interno si è mostrato favorevole alla proposta relativa al controllo delle armi, atta a fermare i flussi di contrabbando dei Balcani.
Detta proposta potrebbe far fare dei passi avanti e rimane da dire che la stessa non è da vedere come un demone da infettare, bensì come un modello a cui aspirare.
avvocato per stranieri