Come possono lavorare in Italia traduttori ed interpreti
In Italia possono lavorare soggetti stranieri come traduttori ed interpreti, ma in che modo la normativa disciplina il loro ingresso?
In altre parole, come possono dei lavoratori stranieri che vogliono accedere in Italia per svolgere la professione di traduttori ed interpreti accedere al territorio italiano in maniera legale?
Ai sensi dell’art. 27 comma 1 del Testo Unico sull’Immigrazione, ci sono alcune categorie di lavoratori che possono entrare in Italia e ottenere quindi un permesso di soggiorno anche al di fuori delle quote che sono autorizzate dal c.d. decreto flussi: si tratta degli stranieri che possono ottenere un accesso fuori quota.
Gli traduttori ed interpreti rientrano proprio in questa categoria di extracomunitari che possono accedere anche al di fuori degli ingressi già numericamente prestabiliti, sia per lo svolgimento di lavori autonomi che subordinato.
Come ottenere l’ingresso per traduttori ed interpreti
Questo ingresso avviene previa domanda da parte del datore di lavoro che è interessato ad assumere il soggetto straniero, che non è residente in Italia, come traduttori ed interpreti, purché il contratto di lavoro sia di un minimo di 20 ore a settimana.
Il datore di lavoro chiede il rilascio di un nullaosta di lavoro per il lavoratore, per mezzo del c.d. modello G, attraverso un procedimento informatico al quale si accede sul sito del Ministero dell’Interno e usando la SPID.
Vanno indicati il titolo di studio o attestato in possesso del traduttore o interprete, per le lingue per le quali si chiede il lavoro.
Tale titolo di studio è un titolo rilasciato da una scuola pubblica, o da un ente pubblico o una scuola privata, secondo la normativa presente nella Nazione di riferimento. Il documento va prodotto quando il datore di lavoro si reca allo Sportello per ottenere il nulla osta.
A questo punto, l’ufficio competente effettua le analisi necessarie e richiede il parere della Questura, quindi trasmette l’istanza anche all’ispettorato del lavoro per poter effettuare le dovute verifiche.
Se lo sportello per l’immigrazione accetta la domanda, il datore di lavoro è convocato per il rilascio del nullaosta e per sottoscrivere il contratto di soggiorno. Lo Sportello Unico invia la comunicazione anche alla rappresentanza consolare del Paese di riferimento.
Il lavoratore straniero è invitato a recarsi entro 120 giorni dal rilascio del suo nulla osta presso detta rappresentanza consolare per ritirare il visto con il quale entrare in Italia: entrato in Italia, il soggetto dovrà anche sottoscrivere il contatto di soggiorno, e richiedere il permesso di soggiorno.
Lavoratori autonomi e traduttori ed interpreti
Come lavorare in Italia come traduttori ed interpreti ma come lavoratori autonomi, non subordinati? In questo caso il nullaosta al lavoro non serve.
Il lavoratore presenta la domanda alla rappresentanza diplomatica consolare italiana del suo Paese, allegando il titolo di studio, e la certificazione rilasciata dall’ispettorato territoriale del luogo dove vuole eseguire il contratto che certifica che il contratto di lavoro non è subordinato.
Quanto dura il permesso per interpreti?
Il permesso di soggiorno rilasciato per motivi di lavoro a traduttori ed interpreti dura due anni al massimo, rinnovabile per altri due anni. Anche se cessa il rapporto di lavoro originario, il lavoratore può iniziare un altro rapporto di lavoro purché la qualifica di assunzione sia la medesima con la quale ha iniziato a lavorare in Italia.
Il permesso rilasciato per i traduttori ed interpreti non autorizza a svolgere altre attività lavorative e non può essere convertito in altri permessi.
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