Flussi di migranti per quote in Francia
A partire dall’estate 2020 la Francia si troverà ad affrontare una novità del tutto peculiare in materia di sistema di quote, per i migranti economici.
Questo è quando annunciato dal primo ministro Edouard Philippe, secondo il quale la nazione sarà sottostà a nuove misure, al fine di regolare i flussi di migranti.
Dal Governo fanno sapere che questa decisione serve “per aggiustare in tempo reale le richieste delle nostre aziende. In particolare saranno maggiormente interessate le filiere in tensione”.
Prendere in mano la situazione in Francia era a necessario a fronte del basso tasso di permessi di soggiorno che vengono rilasciati per motivi economici: su 260 mila permessi concessi, solo 34 mila sono per questo motivo.
Insomma ci vuole una scrollata per riempire i posti vacanti nelle aziende in determinate categorie di lavoratori.
Se il popolo francese non basta, può essere un’opportunità per il paese mettere a frutto i flussi migratori.
Quali le professioni in crisi che necessitano di migranti economici ?
Ma quali sono le categorie professionali carenti in Francia ?
A stilare un elenco di questi posti di lavoro sarà la Direzione ricerca, studi e statistiche (Dares) in collaborazione con l’ufficio di collocamento (Pole emploi).
Verranno quindi indicate tutte quelle mansioni in cui scarseggia la manodopera, rivalutando dunque l’ormai obsoleto elenco vecchio di dieci anni.
Dopo aver stabilito i settori carenti, l’esecutivo stabilirà “obiettivi numerici o quote” di migranti che occorrono per colmare le esigenze aziendali.
Per questo dal Governo fanno sapere che si tratta di una misura “modesta in termini di numeri e che non sarà scelta in funzione del Paese di origine”.
I ministri fanno sapere anche che “la priorità per noi è puntare alla formazione in modo da attingere prima a quanti cercano lavoro e vivono già sul territorio nazionale“.
Il Governo mette in cantiere altre misure
Philippe propone per la Francia tante altre misure innovative, ben lontane da quelle che sono le norme attualmente in vigore.
Tutte le potenziali novità nascono da una elaborazione teorica effettuata insieme ai deputati della maggioranza parlamentare e che si basa su diritto d’asilo, diritti e doveri degli immigrati, integrazione e questioni internazionali.
In fondo la questione migranti è stata già largamente dibattuta lo scorso mese durante l’incontro tra Senato e Assemblea Nazionale.
Anche in tale occasione erano emerse molte proposte che potrebbero facilmente rientrare nel nuovo piano di governo.
Tipico esempio è dato dall’accesso ai servizi sanitari di base per i richiedenti asilo, entro tre mesi.
Una proposta non vista di buon occhio
Trattandosi di una novità che concerne l’entrata nello Stato di stranieri, la proposta non poteva non suscitare polemiche politiche, tra plausi con riserve a destra e critiche della sinistra.
Il deputato di Les Re’publicains (LR), Aure’lien Pradié, ad esempio ha dichiarato in una intervista radiofonica: “Il sistema di quote è una buona idea, ma agire è meglio. Emmanuel Macron chiacchiera in merito senza passare all’azione”.
Dal suo canto il vice presidente LR, Guillaume Peltier aggiunge, “Siamo favorevoli se si tratta di limitare l’immigrazione. E’ comunque un provvedimento insufficiente e serve una riforma in profondità”.
Da un lato c’è la destra che, mantenendo salda la sua posizione conservatrice, vorrebbe che l’assistenza sanitaria fosse esperita solo in caso di emergenza.
Dall’altro la sinistra, pur non essendo dello stesso avviso della destra, critica il sistema di quote, a fronte di una “stigmatizzazione dei richiedenti asilo“.
A vedere di buon occhio la cosa invece è l’europarlamentare di Europe Ecologie-Les Verts, Yannick Jadot.
Quest’ultimo ha elogiato il metodo delle quote, attraverso il quale si può evitare il classico schema dell’invasione straniera, ponendo infatti i flussi migratori come parte integrante della società.
Una società che oggi ha bisogno di migranti economici, per la crescita finanziaria di tutte le aziende.
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