Nuova legge permesso di soggiorno 2023

Guida completa al Decreto Cutro in tema di immigrazione

È stata resa ufficiale, con la sua pubblicazione in Gazzetta, la Legge numero 50/2023, che traduce in legge ordinaria il Decreto Legge numero 20/2023, riguardante i flussi migratori. Leggi la nostra guida completa per tutte le delucidazioni ed informazioni in merito.

Il Decreto-legge n. 20/2023, noto anche come Decreto Cutro, è stato formalmente trasformato in Legge con la conseguente pubblicazione all’interno della Gazzetta Ufficiale con alcune modifiche significative rispetto al testo originale.

Nel dettaglio queste nuove misure si concentrano sull’introduzione di controlli più rigorosi sull’immigrazione irregolare, al tempo stesso estendendo i canali di ingresso per lavoro, inclusi quelli oltre le quote prestabilite, per i cittadini di Paesi che forniscono specifici programmi di formazione.

Altre modifiche significative riguardano la protezione internazionale, la cessazione del permesso per protezione speciale e il rafforzamento dei controlli sulle cure mediche e i permessi per catastrofi.

Prosegui con la lettura dell’articolo per l’analisi di ciascuno degli aspetti rilevanti del Decreto Cutro.

Legge triennale sulla regolazione dei flussi migratori

Il numero di stranieri che verranno accettati per questioni lavorative nel periodo tra il 2023 e il 2025 sarà stabilito attraverso un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, e nel corso di questo periodo potranno essere emessi altri decreti.

Questo Decreto, dopo la discussione con i Ministri interessati, le associazioni registrate secondo l’articolo 42, comma 2 del Testo unico sull’immigrazione e il CNEL, verrà inviato alle commissioni parlamentari competenti che avranno trenta giorni per esprimere il loro parere.

Ma in base a quali criteri verrà stabilito il numero di stranieri da integrare in Italia?

Lo si determinerà tenendo conto delle esigenze del mercato del lavoro, in base ad un’analisi effettuata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in seguito ad un confronto con le principali organizzazioni di lavoratori e datori di lavoro.

Interventi nel settore dell’agricoltura per combattere il lavoro stagionale e le agromafie

Per quanto concerne il settore del lavoro agricolo, secondo il decreto i datori operanti in questo ambito che hanno fatto richiesta per assumere lavoratori agricoli ma non sono stati inclusi nelle quote stabilite, possano ricevere una priorità nei futuri decreti flussi nel corso del triennio senza dover seguire nuovamente l’iter.

Inoltre, l’Ispettorato centrale per la salvaguardia della qualità e il contrasto alle frodi dei prodotti alimentari si è attivato per affrontare un altro problema legati all’immigrazione clandestina, cioè quello degli atti di falsificazione e crimini nel settore agroalimentare.

Processi semplificati per l’ottenimento del nulla osta per lavorare

Un’altra importante novità riguarda la semplificazione per l’acquisizione del nulla osta per il lavoro, che consentirà di esercitare l’attività anche prima del permesso di soggiorno.

Nel dettaglio, il nulla osta si intende come rilasciato se la Questura non ha trasmesso, nel periodo di 60 giorni previsto dalla legge, le informazioni relative agli ostacoli.

Assegnazione di quote speciali ai paesi che collaborano attivamente per mitigare l’immigrazione irregolare

Il Decreto Cutro prevede che vengano riservate delle quote nei decreti flussi ai lavoratori provenienti da paesi che, in collaborazione con l’Italia, abbiano lanciato campagne di informazione per i loro cittadini sui pericoli associati all’immigrazione irregolare.

Si prevede anche la possibilità di integrare immigrati oltre le quote stabilite nei decreti flussi, a chi proviene da paesi con cui l’Italia ha stipulato accordi riguardanti il rimpatrio.

Assenza di necessità di certificazioni se la domanda di lavoro è inoltrata attraverso un’organizzazione datrice di lavoro

All’interno dell’articolo 24 bis del TUI è stata introdotta una nuova procedura finalizzata alla  verifica del rispetto delle disposizioni del contratto di lavoro collettivo e la correttezza del numero di richieste. La responsabilità è affidata ai consulenti del lavoro e alle principali organizzazioni datoriali a cui il datore di lavoro è affiliato o a cui ha dato mandato.

Se i controlli dovessero dare esito positivo, l’iter si concluderà con l’emissione di una certificazione specifica, da presentare insieme alla richiesta di assunzione del lavoratore straniero.

La certificazione non sarà però necessaria per le richieste presentate dalle organizzazioni datoriali che hanno firmato un protocollo d’intesa specifico con il Ministero del Lavoro e si sono impegnate a garantire il rispetto da parte dei loro membri dei requisiti necessari.

Inclusioni oltre la quota stabilita

Oltre alle quote stabilite, l’Italia accoglierà anche stranieri che hanno completato specifici corsi di formazione professionale e linguistica. Dovranno presentare la domanda di visto entro sei mesi dalla fine del corso, mostrando una conferma dell’offerta di lavoro.

Il Ministero del Lavoro, cooperando con vari enti, promuoverà accordi per formare e selezionare lavoratori nei paesi d’origine.

Durante la conversione del decreto in legge, è stato possibile estendere tale formazione anche alle organizzazioni dei datori di lavoro, con l’obiettivo di facilitare l’ingresso dei lavoratori formati in Italia.

Estensione della validità del permesso di soggiorno

Al fine di diminuire la frequenza delle richieste di rinnovo che sovraccaricano le Questure, il decreto prevede che, a seguito del primo rinnovo, sia il permesso di soggiorno per lavoro che quello per ragioni familiari avranno una validità di tre anni invece di due.

Conversione dei permessi di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati

Il Decreto Cutro ha altresì ridotto le opzioni per la conversione dei permessi di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati, stabilendo massimo un anno di tempo per la validità del permesso da rilasciare per ragioni di studio o ingresso al mondo del lavoro. Il permesso viene rilasciato a seguito di un parere favorevole rilasciato dal Comitato per i minori stranieri.

Istituzione di centri per l’assistenza ai migranti

Al fine di bilanciare da una parte la necessità di mantenere i posti disponibili e dall’altra di garantire il controllo efficace dei servizi, è concesso alle Prefetture di designare uno o più commissari per la gestione temporanea e straordinaria della struttura, per quanto riguarda la gestione del contratto di appalto.

Per accelerare la realizzazione dei centri di permanenza per i rimpatri, fino al 31 dicembre 2025, si può derogare alle norme attuali sul codice dei contratti pubblici, ma a patto ovviamente che vengano rispettate le leggi penali, quelle antimafia e le misure di prevenzione.

Nel programma locale per persone protette a livello internazionale e bambini da soli, solo coloro che hanno chiesto asilo e sono arrivati attraverso corridoi umanitari, evacuazioni o programmi di ricollocazione possono entrare.

Se una persona che ha diritto all’assistenza non si presenta nel posto assegnato entro una settimana dalla notifica, non avrà più diritto ad essere accolta.

Ritiro dei benefici di accoglienza

Il decreto non prevede più l’espulsione immediata per violazioni gravi o reiterate delle regole del centro o danni alla proprietà ma sono state introdotte misure progressive, che vanno dall’escludere temporaneamente da certe attività il soggetto fino a sospendere o annullare i benefici economici associati all’accoglienza.

Inoltre, tra i servizi extra del sistema di accoglienza non ci sono più l’assistenza psicologica, i corsi di italiano e i servizi di orientamento legale e territoriale.

Supporto speciale, assistenza sanitaria e aiuto in caso di disastri naturali

La legge n. 50/2023, che ha convertito il Decreto Cutro, apporta diverse modifiche al sistema dei permessi di soggiorno. Non esiste più il permesso per protezione speciale e il relativo divieto di espulsione.

Il divieto di espulsione per gravi problemi di salute è stato limitato a casi di malattie gravi che non possono essere adeguatamente curate nel paese di origine. Non è più possibile convertire un permesso di soggiorno per motivi medici in un permesso di lavoro.

Il permesso per calamità è previsto esclusivamente per situazioni eccezionali, può essere rinnovato solo per sei mesi ed anche questo non può essere convertito in un permesso di lavoro.

I permessi di protezione speciale già emessi possono essere rinnovati solo una volta per un anno, ma possono essere convertiti in permessi di lavoro.

Infine, è stato aggiunto un nuovo caso di rilascio del permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica, che include anche le vittime di costrizione o induzione al matrimonio.

Modifiche del processo per la protezione internazionale

Sono state apportate delle modifiche anche alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale.

Vi è una nuova procedura accelerata per le richieste presentate direttamente alla frontiera o nelle zone di transito, se il richiedente proviene da un paese considerato sicuro. Per quanto riguarda le domande già presentate in passato, vengono considerate inammissibili se non vengono presentati nuovi elementi.

Una volta scaduto il periodo per l’appello, il rifiuto di una richiesta di protezione internazionale sarà accompagnato da un certificato che impone il rimpatrio e il divieto di rientro che in sostanza avrà l’effetto di un ordine di espulsione amministrativa.

Procedure di revoca dello status di protezione internazionale

La perdita dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria può avvenire anche se si torna per un breve periodo di tempo nel Paese di provenienza, a meno che il viaggio non sia motivato da ragioni gravi e documentate e limitato al periodo strettamente indispensabile.

Incremento delle sanzioni per l’immigrazione illegale

Le pene per l’immigrazione clandestina sono state rafforzate con le nuove norme, ed attualmente prevedono una reclusione da 2 a 6 anni per i casi tipici e da 6 a 16 anni per i casi con circostanze aggravanti così come sancito dall’articolo 12, comma 3 del Testo Unico sull’Immigrazione.

Infine, nel Testo Unico sull’Immigrazione è stato inserito anche il reato di morte o lesioni conseguenti a crimini legati all’immigrazione clandestina. La particolarità risiede nel fatto che  se l’atto compiuto mira a facilitare un ingresso irregolare nel territorio dello Stato, verrà sanzionato in base alla legge italiana, anche se si verificano la morte o le lesioni al di fuori dei confini italiani.

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