Le Ong favoriscono i migranti ? Medici senza Frontiere risponde così
Dopo le molte voci contrastanti sul ruolo delle ONG nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo arrivano le spiegazioni di Medici senza Frontiere che chiarisce molti punti
Le navi delle Ong che prestano soccorso ai migranti nel Mediterraneo si muovono per un’opera umanitaria oppure, come sospettano alcune Procure, anche perché sollecitate dagli stessi scafisti ?
Il dibattuto rimane aperto soprattutto dopo le parole d’accusa del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro che però anche nella sua udienza di fronte alla Commissione Difesa del Senato ha chiarito di non aver nessun appunto da fare ad organizzazioni come ‘Save the Children‘ e ‘Medici senza Frontiere’.
E ora sul suo sito ufficiale è proprio ‘Medici senza Frontiere’ a chiarire molti punti in modo che tutta l’opinione pubblica abbia informazioni certe sulla questione.
Il primo punto è chiaro: la Ong non ha nessun contatto né scambia informazioni con la rete di trafficanti che opera in Libia o in altri Paesi da dove partono i viaggi della speranza mentre al contrario i salvataggi vengono realizzati in accordo con il Centro di Coordinamento della Guardia costiera italiana rispettando il diritto internazionale marittimo, delle norme europee e delle leggi italiane.
Quindi sono le autorità italiane a definire quando e in che maniera le navi di Medici senza Frontiere debbano intervenire a soccorso di un barcone in difficoltà e dove sbarcare le persone raccolte.
Inoltre l’obiettivo di MSF è esclusivamente quello del salvataggio e non certo per alimentare il business dei trafficanti di uomini. Ecco perché le loro navi non possono rimanere inermi ad osservare migliaia di uomini, donne e bambini affogare in mare mentre l’Europa con le sue leggi e con i suoi interventi non riesce ad essere efficace.
Ma perché i migranti non vengono riportati in Libia ?
Anche per questo c’è una risposta: non si tratta al momento di un Paese sicuro perché la Libia non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati e quindi le navi di soccorso sono legalmente obbligate a sbarcare le persone salvate in un porto senza rischi per l’incolumità dei migranti. Nemmeno Malta o la Tunisia vanno bene perché non esistono accorsi specifici che garantiscano la tutela dei migranti.
E ancora, è vero che la presenza delle navi di soccorso delle Ong nel Mediterraneo incoraggia un numero maggiore di migranti a mettersi in viaggio tentando fortuna?
Anche su questo punto Medici senza Frontiere è chiara: nel 2016 la maggior parte degli interventi sono stati operati dalla Guardia Costiera italiana, oppure da unità dell’agenzia europea Frontex e dai mezzi militari dell’operazione Eunavfor Med e della Marina Militare, mentre le Ong hanno soccorso ‘solo’ il 28% delle persone.
In ogni caso – conclude l’intervento – la presenza delle navi di soccorso al largo della Libia non è la ragione che spinge le persone a tentare la traversata del Mediterraneo e non è affatto dimostrata l’esistenza di un ‘fattore di attrazione’ determinato dalle operazioni di soccorso in mare.
avvocato per stranieri – avvocato immigrazione