Permesso di soggiorno per sport e ius soli sportivo

Come funziona il permesso di soggiorno per attività sportiva?

Fra le ipotesi per le quali l’Italia rilascia un ingresso per motivi di lavoro agli stranieri, per mezzo di una procedura semplificata, c’è anche quella per cui lo straniero acceda in Italia per lo svolgimento di attività sportiva (dilettantistica o professionistica) presso una società sportiva italiana.

La normativa italiana fissa, di anno in anno, quale è il numero massimo di soggetti che possono accedere in Italia con il permesso di soggiorno per attività sportiva, attraverso il tesseramento con una società sportiva italiana.

Il limite massimo di atleti extra UE che possono accedere in Italia per lo svolgimento di attività agonistiche professionistiche o dilettantistiche viene fissato, come detto di anno in anno, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri per mezzo di decreto, su proposta del CONI.

Il CONI ripartisce quindi la quota fra le FSN o Federazioni Sportive Nazionali, le quali a loro volta possono stabilire se destinare queste quote, in autonomia, al settore professionistico o dilettantistico.

Ad esempio per il 2022-2023 il numero è 1200 unità. Il tetto non include i preparatori atletici e gli allenatori. L’età minima per l’accesso è di 15 anni compiuti, e per minori fra 15 e 18 anni va presentata anche l’autorizzazione rilasciata dall’Ispettorato territoriale del lavoro competente.

Il permesso di soggiorno per attività sportiva è rinnovabile entro 60 giorni dalla data di scadenza, con presentazione della richiesta di rinnovo del permesso da inoltrare tramite FSN al CONI e nulla osta della Questura.

Non solo. Il permesso di soggiorno per attività sportiva può anche essere convertito ai sensi del testo unico immigrazione, in permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Cosa è (e come funziona) lo ius soli sportivo

Il c.d. ius soli sportivo consiste nella possibilità per i minori di anni 18, non cittadini italiani ma residenti in maniera regolare sul territorio italiano dal compimento almeno del 10imo anno d’età, di essere tesserati presso le società sportive che fanno parte delle federazioni nazionali, o ad associazioni ed enti di promozione sportiva o presso le discipline associate con le procedure che son richieste per i cittadini italiani.

La legge di Bilancio 2018 inoltre ha previsto che i minorenni che son cittadini di Paesi extra UE, anche se non sono in regola con le norme di ingresso e soggiorno, laddove iscritti ad un anno di una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico in Italia possono comunque tesserarsi con le stesse regole previste per gli italiani.

Come avvalersi di uno sportivo agonista extra UE

Se una società sportiva italiana vuole avvalersi di sportivi extra UE deve fare richiesta al CONI. In questo modo, gli viene rilasciata una ‘Dichiarazione Nominativa di Assenso all’attività sportiva’ (di volta in volta dilettantistica o agonistica) e viene anche effettuata una proposta di contratto di soggiorno, per mezzo del c.d. modello SP.

Il CONI svolge i controlli necessari e valuta se ci sono le quote disponibili per l’accesso degli atleti. Ottenuto il nulla osta della Questura, emette una Dichiarazione Nominativa che invia direttamente alla rappresentanza diplomatica del Paese d’origine dell’atleta Extra UE. A questo punto si può rilasciare il visto sportivo.

L’atleta, entro 8 giorni dall’ingresso in Italia, si reca allo sportello unico e sottoscrive il contratto di soggiorno, fa formale richiesta di codice fiscale e modulo per richiesta di soggiorno.

Se non ritira il visto o cambia idea, deve informare velocemente la società sportiva richiedente, che a sua volta informa il CONI per il provvedimento di revoca.

La quota che viene usata dall’atleta al quale è concesso il visto non può essere ‘recuperata’ dalla società sportiva, tranne nel caso in cui l’atleta cambi idea e non voglia sottoscrivere il contratto o non voglia raggiungere il territorio nazionale per effettuare l’attività sportiva, oppure, una volta giunto in Italia, l’atleta, dopo gli opportuni accertamenti medici, risulti non idoneo per lo svolgimento dell’attività sportiva e non faccia alcuna gara.

Come avvalersi di sportivi dilettanti

Ogni società sportiva può anche chiedere di avvalersi delle prestazioni di sportivi dilettanti extra UE: in questo caso, formula la richiesta nominativa d’assenso all’attività sportiva dilettantistica alla Federazione alla quale risulta associata, e lo comunica alla Questura, che invia il nulla osta al CONI.

A differenza di quanto avviene per gli sportivi professionisti, uno sportivo dilettante non deve sottoscrivere il contratto di soggiorno. La società sportiva inoltre si assume gli oneri ed i costi di vitto, alloggio, sostentamento e delle spese per il rimpatrio.

La Federazione di riferimento si occupa di controllare la sussistenza dei requisiti e quindi trasmette la richiesta di dichiarazione nominativa di assenso al CONI.

La società quindi, ottenuto anche il nulla osta della Questura, emette una dichiarazione nominativa di assenso che va inviata alla Rappresentanza diplomatica.

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