Decreto Cutro: permesso di soggiorno per protezione speciale, che cosa cambia ?
Il Senato approva le modifiche alla protezione speciale, ora il testo passa alla Camera dei Deputati
Cosa cambia a livello normativo, per quanto concerne la disciplina dell’accoglienza, dopo che il Senato ha approvato le norme in materia di immigrazione ed asilo?
Il testo, che ora è passato alla Camera che dovrà esaminarlo entro il 10 maggio 2023, prevede una serie di emendamenti. In particolare, cambia la disciplina sulla protezione speciale.
In particolare fra i cambiamenti più importanti spicca quello che riguarda la protezione speciale, una situazione che subisce una stretta: la protezione speciale, che ai sensi dell’art. 19 del Testo Unico dell’Immigrazione riguarda la protezione connessa a quei soggetti che rischiano discriminazioni per vari motivi (religione, lingua, sesso, razza, cittadinanza, opinioni politiche, condizioni sociali e personali) nel Paese d’origine.
In sostanza, si vuole tutelare con questa forma di protezione lo straniero che nel suo Paese di origine rischia una discriminazione per uno di questi motivi ovvero rischia di essere sottoposto a torture, trattamenti degradanti, inumani, violazioni dei diritti umani, o violazione del diritto della propria vita familiare e privata.
Con le novità del testo (almeno così come è stato ad ora approvato dal Senato) la protezione speciale non potrà essere convertita in permesso di lavoro.
Essa può però essere rinnovata. Non può più essere chiesta direttamente al questore, e rimane comunque il divieto di respingimento dello straniero, con una ulteriore restrizione sulle condizioni: non si fa più riferimento ai motivi medici e calamità naturali ma a ‘gravi calamità contingenti ed eccezionali’ le quali consentono il rilascio del permesso per sei mesi, rinnovabile una volta.
Si può chiedere la protezione per trattare in Italia patologie mediche particolari solo se non è garantito il trattamento nei Paesi da dove il soggetto ha origine.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare
Il decreto legge 10 marzo 2023, n. 20
Il premier Meloni cancella il permesso di soggiorno per protezione speciale a partire dall’11 marzo 2023. Restrizioni nelle tutele per gli Stranieri in Italia. Vediamo come.
Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare (GU n.59 del 10-3-2023)
Art. 7 Protezione speciale
- All’articolo 19, comma 1.1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, il terzo e il quarto periodo sono soppressi.
- Per le istanze presentate fino alla data di entrata in vigore del presente decreto, ovvero nei casi in cui lo straniero abbia già ricevuto l’invito alla presentazione dell’istanza da parte della Questura competente, continua ad applicarsi la disciplina previgente.
- I permessi di soggiorno già rilasciati ai sensi del citato articolo 19, comma 1.1, terzo periodo, in corso di validità, sono rinnovati per una sola volta e con durata annuale, a decorrere dalla data di scadenza. Resta ferma la facoltà di conversione del titolo di soggiorno in motivi di lavoro se ne ricorrono i requisiti di legge.
Verso l’addio al permesso di soggiorno per protezione speciale
Nel corso del Consiglio dei Ministri che si è tenuto a Cutro, la località calabrese dove è avvenuto il tragico naufragio del caicco che ha causato la morte di oltre 70 migranti (compresi alcuni bambini), si sono discusse alcune importanti novità in tema immigrazione che sono state spiegate in serata dalla premier Giorgia Meloni.
Nella conferenza stampa successiva al Consiglio dei Ministri – che il governo ha voluto che si svolgesse a Cutro per far sentire la propria vicinanza alla popolazione del centro calabrese che ha vissuto la tragedia del 26 febbraio scorso e ai familiari delle vittime – la premier Meloni ha chiarito quali sono le decisioni intraprese dall’esecutivo.
In particolare, il governo Meloni vuole stringere le maglie della protezione speciale, dopo che i governi precedenti l’avevano “allargata a dismisura”.
“L’intento del governo è abolirla e sostituirla con una norma di buonsenso che corrisponda alla normativa europea di riferimento”, ha detto Giorgia Meloni in conferenza stampa.
Nel provvedimento, approvato all’unanimità, sono incluse anche altre misure, tra cui delle norme che rendono più semplice l’applicazione delle procedure di espulsione, ma anche il potenziamento dei Cpr e la possibilità di intervenire più facilmente in caso di gestione opaca dei centri per migranti.
La stretta sulla protezione speciale mette a rischio molti richiedenti asilo che avevano utilizzato questa possibilità per ottenere un permesso di soggiorno.
La protezione speciale, infatti, viene assegnata a coloro che non hanno le caratteristiche né per ottenere lo status di rifugiato né la protezione sussidiaria, ma sono comunque a serio rischio di persecuzioni nel loro Paese di origine per motivi di razza, di orientamento sessuale, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un gruppo sociale. Ogni caso viene esaminato e valutato dalla Commissione Territoriale.
Il permesso di soggiorno per motivi umanitari era stato cancellato e sostituito con la protezione speciale con i Decreti Sicurezza firmati da Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno del primo governo Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle.
I presupposti per il rilascio della protezione speciale sono poi stati ampliati con la legge 173/2020, che ha stabilito come la misura abbia durata biennale e possa poi essere convertita in permesso di soggiorno.
Nel periodo in cui gode della protezione speciale, la persona interessata non può essere espulsa né respinta verso uno Stato dove rischia di subire persecuzioni. Inoltre, la legge 173/2020 ha anche stabilito che le persone con protezione speciale non possono essere allontanate dal territorio nazionale se ciò comporta una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare.
La decisione del governo Meloni in merito alla stretta sulla protezione speciale, comunicati dalla premier in persona, viene pesantemente criticata dall’Alleanza Verdi e Sinistra. Il capogruppo Peppe De Cristofaro definisce la conferenza di Giorgia Meloni “imbarazzante”.
La proposta dell’esecutivo: ridimensionare la protezione speciale per i migranti
Eliminare la protezione speciale per i migranti, sostituendola con una norma di calibro differente: il Governo italiano ha in mente una restrizione della fattispecie della protezione speciale, come annunciato durante la conferenza stampa che la premier Giorgia Meloni ha di recente tenuto.
La premier ha infatti annunciato che, all’interno del decreto che è stato varato dal Consiglio dei Ministri, è contenuta una ‘nuova definizione’ della protezione speciale. Questo, per evitare un suo ‘allargamento improprio’.
La protezione speciale è quella fattispecie che, sino ad adesso, ha permesso a diversi stranieri di fruire di permessi di soggiorno anche se non avevano i requisiti per ottenere lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria, laddove avessero, sulla base della valutazione della Commissione Territoriale, il rischio di essere perseguitati nel loro Paese per motivi di opinioni politiche, razza, nazionalità, orientamento, religione, appartenenza ad un certo gruppo sociale.
L’esecutivo vuole far ritornare l’istituto della protezione speciale alla fattispecie corrispondente rispetto ‘alla normativa europea di riferimento’.
Il provvedimento, approvato all’unanimità, contiene anche un’altra serie di norme sul tema migranti: la semplificazione delle procedure di espulsione, il potenziamento dei centri di accoglienza, norme contro le agro-mafie, e soprattutto per gestire in maniera più trasparente i centri per i migranti.
Il decreto contiene, del resto, anche norme speciali in materia penale, con pene fino a 30 anni (in caso di morte di più persone) per gli scafisti che traghettano illegalmente gli stranieri fino alle coste italiane, provocando spesso tragedie.
Aggiornamento a cura dell’Avvocato Angelo Massaro, avvocato per stranieri
Vecchie norme del Ministro Salvini
Immigrazione, il Decreto Salvini
Oggi 5 ottobre 2018 entra in vigore il Decreto Salvini sull’immigrazione. Il nuovo testo dà un giro di vite alle regole in tema di ingresso nel Paese, di permessi di soggiorno, di protezione internazionale, cittadinanza e di esigenze di carattere umanitario.
Ma che cosa cambia effettivamente con il Decreto Salvini ? Quali sono le novità principali ?
Ecco illustrati i punti salienti del nuovo Decreto in tema di immigrazione.
Come cambia la protezione umanitaria
Quello dell’abrogazione del sistema di protezione umanitaria, con la tipizzazione delle ipotesi di tutela nei confronti dello straniero, è uno dei punti fondamentali del Decreto.
Nella relazione del Decreto Salvini si spiega che la tutela umanitaria, che nel nostro ordinamento dovrebbe essere una forma di tutela complementare e riconosciuta in situazioni di eccezionale e temporanea gravità, è in realtà lo strumento più utilizzato in assoluto in Italia.
La tutela umanitaria infatti ha dei confini estremamente larghi e quindi soggetti ad interpretazioni molto variabili, spesso estensive, ed è stato concesso molte volte senza reali esigenze di tutela, snaturando l’istituto.
In sostanza il Decreto Salvini abolisce l’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari ed introduce una tipizzazione delle forme di tutela complementare, in modo da evitare una estensione dell’interpretazione.
In sostanza, le ipotesi di concessione di una tutela allo straniero al di fuori di quelle classiche sono riconosciute per condizioni di salute di eccezionale gravità, situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine concessione del permesso di soggiorno a scopo premiale per il cittadino straniero che compia atti di particolare valore civile.
La protezione internazionale
Il Decreto Salvini comporta anche dei cambiamenti in ambito di protezione internazionale. In particolare viene aumentato il numero di reati che, se interviene una condanna definitiva, non permettono di accedere alla protezione internazionale.
Vi sono fatti rientrare anche i reati di violenza sessuale, produzione, traffico e detenzione per uso non personale di stupefacenti, estorsione, rapina, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, i reati di furto e furto in abitazione aggravati dal porto di armi o narcotici, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e gravissime, reato di mutilazione degli organi genitali femminili.
Come cambia la concessione della Cittadinanza
Il Decreto introduce anche norme più severe in materia di concessione della cittadinanza per scongiurare il pericolo terroristico.
Viene limitata la trasmissione della cittadinanza ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo status civitatis italiano del loro ascendente.
Viene anche introdotto l’istituto di revoca della cittadinanza concessa ai cittadini stranieri se essi rappresentano una grave minaccia nazionale, se hanno commesso reati di terrorismo.
Si tratta in particolare di un intervento il quale “mira a consentirne l’allontanamento dal territorio nazionale, altrimenti precluso dall’acquisizione dello status di cittadino italiano, si rende necessario ed urgente nell’ambito delle politiche di prevenzione della minaccia terroristica anche connessa al fenomeno dei cosiddetti foreign fighters”.
Come cambia il rimpatrio
Il Decreto Salvini è dotato di tutte le misure necessarie per assicurare che i provvedimenti di rimpatrio, per gli stranieri senza titolo per rimanere sul territorio, siano effettivi.
Al Fondo Rimpatri, istituito presso il Viminale, sono confermati 500mila euro per quest’anno.
La giustizia
Il Decreto inoltre impedisce l’anticipazione delle spese ed onorari per il difensore che effettua il gratuito patrocinio per impugnare per l’immigrato il rigetto della domanda: in questo modo il ministro dell’interno intende fermare le pratiche degli operatori della giustizia che “fanno i milioni sulla pelle degli immigrati”.
Gestione delle risorse e procedure
Nella gestione delle procedure si potranno istituire articolazioni territoriali dell’unità Dublino, che opera presso il Dipartimento per l’Immigrazione.
Inoltre per non sprecare risorse i progetti di integrazione ed inclusione sociale sono rimessi ai titolari della protezione internazionale e ai minori non accompagnati.
avvocato per stranieri
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