Reato di clandestinità e appelli delle domande d’asilo, verso la riforma

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Reato di clandestinità e domande d’asilo, così si cambia

Il ministro della Giustizia, Orlando, conferma la volontà di cancellare il reato di clandestinità e accelerare anche le procedure per i ricorsi sulla bocciatura delle domande d’asilo

Cancellare definitivamente dall’ordinamento il reato di clandestinità perché crea solo un imbuto alle indagini e togliere almeno un grado di giudizio ai ricorsi contro la bocciatura delle domande d’asilo. Argomenti che sono diventati sempre più caldi negli ultimi mesi e che ora anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha indicato come priorità del governo nell’ultimo question time di fronte ai deputati della Camera.

reato di clandestinità

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Nuovo appello sulla protezione internazionale e asilo politico

Il ministro ha ribadito che verranno potenziati gli organici, tanto che dodici magistrati sono stati già stati dirottati unicamente ad occuparsi dei provvedimenti sulla protezione internazionale nelle sedi più gravate di lavoro. E per questo è stata decisa anche una riorganizzazione degli uffici giudiziari, in modo da potenziare gli uffici distrettuali più potenzialmente a rischio di intasamento con cause sul tema dell’immigrazione.

Ma Orlando ha anche anticipato che il suo dicastero ha redatto nuove norme che sono contenute in un disegno di legge delega all’esame del governo “volte all’efficienza del procedimento con riduzione del tempo di esame delle domande di asilo”. In particolare si prevede la creazione di sezioni specializzate in immigrazione e protezione internazionale e che saranno composte da magistrati esperti e formati in dodici tribunali distrettuali, che verranno scelti sulla base del numero delle domande di protezione internazionale esaminate negli ultimi due anni.

Ma ci sarà, come ha spiegato il ministro, una semplificazione di procedura nell’applicazione “del rito camerale contradditorio scritto e udienza solo eventuale, più coerente rispetto alle ragioni di urgenza che sottendono questa materia, pur nella piena salvaguardia delle garanzie difensive”. Il procedimento sarà definito entro quattro mesi dalla data di presentazione del ricorso con decreto che non può essere reclamato, ma per il quale si può comunque ricorrere in Cassazione.

Tra le novità anche lo scambio di tutti gli atti tra le commissioni territoriali per l’asilo che hanno bocciato la prima domanda di asilo e gli uffici giudiziari attraverso la piattaforma del Processo Civile Telematico che nelle intenzioni del governo servirà per accelerare il procedimento.

Reato di clandestinità verso la cancellazione

Il punto più delicato però rimane sempre quello legato al reato di clandestinità che in realtà secondo quanto previsto dalla legge delega già approvata in Parlamento e da un parere successivo approvato alla Camera doveva già essere cancellato. Il governo Renzi non aveva voluto imprimere un’accelerazione per il timore che il provvedimento non fosse capito dall’opinione pubblica ma ora sembra che i tempi siano maturi.

La realtà però è che, come ha sottolineato anche il ministro, bisogna rendere più efficace il funzionamento del procedimento di riconoscimento del diritto d’asilo, ma anche più celeri le procedure di rimpatrio per dimostrare il buon funzionamento del sistema, l’unica risposta come ha evidenziato Martina per dimostrare la determinatezza di un Paese civile.

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