Reddito di cittadinanza si sblocca per gli immigrati
Reddito di cittadinanza per gli extracomunitari, finalmente la svolta
A mesi dall’entrata in vigore, i cittadini extracomunitari sanno quali sono i Paesi di provenienze per i quali è richiesta anche la certificazione del reddito
Si sblocca finalmente la situazione di limbo nella quale erano confinati i cittadini extracomunitari che già a marzo avevamo presentato domanda per il reddito di cittadinanza.
Sulla carta, la norma prevedeva che potessero richiederlo anche loro. Ma in realtà per otto mesi l’Inps ha bloccato tutte le richieste perché mancava un decreto attuativo ad hoc.
E così non erano arrivati gli assegni ma nemmeno le risposte.
In pratica quando nel marzo 2019 era stato emanato il decreto relativo al reddito di cittadinanza, la novità in assoluto più attesa del 2019, erano state scritte regole uguali per cittadini italiani ed extracomunitari.
Così tutti avevamo presentato domanda ma da aprile, quando l’Inps aveva cominciato ad esaminarle, l’iter per gli extracomunitari si era bloccato.
Colpa di nuove regole introdotte nella fase di conversione. In particolare quella voluta dalla Lega che obbligava gli stranieri a presentare una serie di documenti.
Oltre al loro Isee, anche una certificazione di reddito e patrimonio rilasciata dal loro Stato di appartenenza, “tradotta in italiano e legalizzata dall’autorità consolare italiana”.
Così fino ai primi di dicembre è rimasto tutto bloccato fino a questo giorni.
Poi il 3 dicembre 2019 l’Inps ha comunicato che la procedura può andare avanti perché c’è il via libera al decreto firmato il 21 ottobre scorso dai ministeri del Lavoro e degli Esteri.
Significa attuare quanto richiesto a suo tempo dalla Lega e che ora è chiaro a tutto. In particolare alle oltre 50mila famiglia che possono beneficare del reddito di cittadinanza.
Fino ad oggi infatti l’Inps aveva comunicato con una circolare che tutte le domande di reddito di cittadinanza dei cittadini extracomunitari erano di fatto congelate.
Unica concessione, un regime provvisorio di sei mesi nel quale i richiedenti avrebbero potuto aggiornare la loro documentazione secondo le nuove norme previste dal governo.
Non era però assolutamente chiaro quali fossero gli Stati di appartenenza per i quali era richiesta la certificazione di reddito, come previsto dalla prima norma.
Adesso quell’elenco c’è, è stato pubblicato e diventa quindi ufficiale.
L’obbligo della presentazione di questa documentazione aggiuntiva spetta a chi proviene da Repubblica di Figi, Giappone, Hong Kong, Bhutan, Repubblica di Corea, Islanda, Repubblica del Kosovo, Repubblica del Kirghizistan, Nuova Zelanda, Qatar, Repubblica del Ruanda, Kuwait, Malaysia, Santa Lucia, Repubblica di Singapore, Svizzera, Taiwan, Tonga, ma anche Repubblica di San Marino.
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