Rimpatrio volontario assistito, tutti i dettagli della procedura: chi può chiederlo e come farlo
Proprio in questi giorni l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha raccomandato la cessazione dello status di rifugiato (che prenderà il via dal 30 giugno 2022) per i cittadini della Costa d’Avorio che hanno lasciato il Paese negli anni scorsi per via delle crisi politiche.
Allo stesso tempo, l’UNHCR ha invitato i Paesi ad agevolare il rimpatrio volontario dei rifugiati ivoriani, dato che un sondaggio ha messo in evidenza come il 60% sia intenzionato a fare rientro in Costa d’Avorio.
Ma cosa si intende esattamente per rimpatrio volontario assistito e come è possibile accedervi?
Si tratta ovviamente dell’opportunità di fare rientro nella propria Patria, ma solo se volontariamente e con la totale consapevolezza. Il termine “assistito” non è casuale, dato che la persona che vorrà usufruire del rimpatrio volontario potrà godere del sostegno da parte di personale specializzato, sia nella fase che precede la partenza che in quella successiva di re-integrazione.
Rimpatrio volontario assistito, chi può accedere e chi no
Ma come fare per accedere al rimpatrio volontario assistito? Quali sono i requisiti necessari?
Hanno accesso a questa modalità i cittadini stranieri che non hanno ancora ricevuto una risposta negativa definitiva alla loro domanda di soggiorno e/o di protezione internazionale e i cittadini stranieri regolarmente o irregolarmente soggiornati, compresi quelli il cui allontanamento è stato differito.
E per quanto riguarda i cittadini degli Stati membri dell’Unione Europea? Per loro non è consentito accedere al rimpatrio volontario assistito, e lo stesso vale per i cittadini stranieri provenienti da Stati per i quali non viene richiesto il visto di ingresso.
Inoltre, il rimpatrio volontario assistito non è concesso ai migranti che hanno già beneficiato di questa possibilità.
Infine, nessun accesso al rimpatrio volontario assistito è possibile per i destinatari di un provvedimento di espulsione come sanzione penale o come conseguenza di una sanzione penale, vale a dire un provvedimento di estradizione oppure un mandato di arresto europeo o un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale.
Ci sono molti progetti attivati dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno che consentono di usufruire del rimpatrio volontario assistito. Questi progetti possono contare sui finanziamenti stanziati sia a livello nazionale che europeo: la loro attuazione è compito degli enti pubblici e delle organizzazioni non governative che operano nel settore dell’immigrazione.
Beneficiando del programma di rimpatrio volontario assistito si accetta formalmente la rinuncia al proprio status e anche al permesso di soggiorno non appena si parte per fare rientro nel proprio Paese di origine. Tuttavia, i soggetti in questione possono tranquillamente fare rientro in Italia, purché regolarmente.
Il rimpatrio volontario comprende un’assistenza logistica, economica e sociale
Come accennato in precedenza, durante la procedura di rimpatrio volontario si può avere a disposizione un’assistenza, che ha carattere logistico (l’organizzazione del viaggio) ma anche economico, in quanto il programma prevede la copertura del costo del biglietto di andata e anche delle spese necessarie nel caso i documenti siano andati perduti o siano scaduti. Inoltre, l’assistenza è anche sociale e di accompagnamento.
Talvolta, i progetti di rimpatrio volontario prevedono anche che il ritorno nel proprio Paese sia sostenuto da fondi appositi per il sussidio di prima sistemazione e per l’acquisto di mobili, beni e servizi.
Inoltre, questi fondi possono riguardare anche altri aspetti, come ad esempio la prosecuzione di eventuali terapie o cure mediche e le spese scolastiche dei figli, fino ad arrivare alle spese per l’apertura di piccole attività commerciali.
avvocato per stranieri
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