Il permesso di soggiorno e il suo rinnovo: cosa cambia nel post Decreto Cutro
Il permesso di soggiorno è un titolo di soggiorno che consente ad un soggetto straniero di permanere sul territorio nazionale in condizioni di regolarità, per svolgere diverse attività come quella di studio, formazione professionale, lavorativa, o per motivi di ricongiungimento famigliare.
Non esiste una sola tipologia di permesso di soggiorno, ma diversi tipi, a seconda anche dei motivi per i quali lo straniero accede in Italia: ci sono ad esempio permessi per motivi di studio, lavoro, per motivi turistici, di affari, e a seconda della natura del permesso di soggiorno sono diverse le disposizioni alle quali lo straniero deve ottemperare.
Ma che cosa cambia in materia di permesso di soggiorno dopo il c.d. Decreto Cutro? Che cosa bisogna sapere? Ecco le risposte alle domande più frequenti relative ai cambiamenti della disciplina dei permessi post Decreto Cutro.
La durata dei permessi per motivi lavorativi nel primo rilascio?
La durata di un permesso di soggiorno dipende dalla tipologia di contratto: è di 9 mesi per i contratti di lavoro stagionale, 1 anno per lavoro dipendente a tempo determinato, 2 anni invece in caso di lavoro dipendente ma con contratto a tempo indeterminato, 2 anni per lavoro autonomo.
Come si fa il rinnovo del permesso di soggiorno?
Il rinnovo del permesso di soggiorno deve esser richiesto in anticipo, in particolare almeno 60 giorni prima che scada (anche se viene tollerato un ritardo lieve): si chiede per mezzo degli uffici postali (con il kit postale mod 209) o direttamente in Questura tramite sito prenotafacile.
Lo straniero con permesso di soggiorno scaduto da 60 giorni e che non ha chiesto il rinnovo è irregolare sul territorio nazionale e rischia un provvedimento espulsivo.
In ogni caso, lo straniero ha il diritto di svolgere attività lavorativa nelle more della richiesta di rilascio del permesso o nelle more della richiesta di rinnovo.
Ciò purché egli abbia appunto fatto regolare richiesta nei tempi e sia in possesso della ricevuta di avvenuta presentazione della domanda di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, che viene rilasciata dall’ufficio competente una volta che viene fatta la domanda.
Nel frattempo lo straniero ha diritto, nell’attesa del rilascio/rinnovo del permesso, ad iscriversi al SSN, rinnovare la carta di identità, fissare la residenza, acquisire la patente di guida e via dicendo.
Cosa cambia post decreto Cutro per il rinnovo del permesso di soggiorno?
Dopo il decreto legge n. 20 del 2023, noto anche come Decreto Cutro, convertito dalla legge n. 50 del 2023, in fase di rinnovo del permesso di soggiorno bisogna tenere conto di una novità impattante.
La durata del permesso, una volta rinnovato, può essere di 3 anni (non più di 2 come oggi), ma solo per permessi di lavoro subordinato a tempo indeterminato, permessi di lavoro autonomo, nonché per i permessi rilasciati per ricongiungimento famigliare ai famigliari del richiedente.
Di conseguenza, la durata del rinnovo del permesso di soggiorno supera perfino la durata originale del permesso stesso. Dopo di che, raggiunti i 5 anni di permanenza sul territorio (2 del permesso di soggiorno originale e i 3 del rinnovo) è possibile chiedere direttamente il permesso di soggiorno UE destinato ai lungo soggiornanti.
Domande o chiarimenti nel modulo sottostante
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