Ecco come è nato il patto di Schengen e che cosa prevede
Il Trattato di Schengen regola la libera circolazione delle persone nell’Europa comunitaria e funge da semplificazione dei controlli per le frontiere UE e la prevenzione del terrorismo internazionale.
Come è nato il Trattato di Schengen e quali sono le sue norme?
Nel 1985 a Schengen, cittadina lussemburghese sino ad allora ignota ai più, venne firmato un primo accordo sull’abolizione dei controlli alle frontiere, sino ad allora molto rigidi, tra alcuni Paesi che hanno fondato l’Europa comunitaria ed erano confinanti tra loro come Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e quella che allora era la Germania Ovest.
Un accordo fuori dalle norme dell’Unione Europea perché non venne trovato il consenso generale dei 10 Paesi che ne facevano parte, ma cinque anni dopo lo firmò anche l’Italia seguita nel 1991 da Spagna e Portogallo, nel 1992 dalla Grecia, nel 1995 dall’Austria e successivamente anche da altre nazioni. Dal 1997, grazie al Trattato di Amsterdam, è entrato ufficialmente a far parte delle leggi comunitarie.
Dopo una sua naturale evoluzione, dal 1995 (e due anni dopo per l’Italia), il Trattato abolisce i controlli sistematici alle frontiere interne dei Paesi che aderiscono all’area Schengen, anche se sono previsti controlli a campione, ma sono obbligatori quelli alle frontiere esterne, ossia di Paesi che non fanno parte dell’UE.
Non vengono toccati invece i controlli all’interno di un singolo Paese, regolamentati dalle leggi nazionali. Inoltre è stato varato un sistema di scambio di informazioni chiamato Sis (oggi Sis 2) che dipende direttamente dagli Stati membri dell’Unione.
Quali sono quindi i Paesi che fanno parte dell’Area Schengen ?
In tutto sono 27 in Europa: 23 sono membri dell’Unione Europea, tolti Gran Bretagna e Irlanda, Cipro che dopo l’invasione della Turchia è divisa in due, Bulgaria e Romania (che entreranno nel marzo 2024).
Hanno aderito anche Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein che non fanno parte dell’UE.
Casi di sospensione dell’accordo di Schegen
Il Trattato di Schengen prevede la possibilità di deroghe in caso di emergenza o di minaccia e può essere sospeso fino a due mesi.
Al di là di quello che prevede il Trattato di Schengen, in caso di emergenza o situazioni molto speciali a cominciare da grandi eventi politici internazionali che possano comportare il rischio attentati e disordini, è consentito ai Paesi aderenti introdurre i controlli obbligatori alle frontiere interne per un massimo di 30 giorni, ma bisogna informare preventivamente la sede centrale del Parlamento europeo a Bruxelles.
E dopo una valutazione del rischio, sono anche possibili controlli mirati per assicurare la massima sicurezza alla popolazione locale.
Romania e Bulgaria nello spazio Schengen: tutte le novità
Dal 31 marzo 2024, Bulgaria e Romania saranno membri dell’area Schengen, semplificando i passaggi ai loro confini nazionali e consentendo la libera circolazione delle persone tra i paesi aderenti. Continua a leggere per saperne di più.
Il 31 marzo 2024 è una data che segna un passaggio importante in quanto Romania e Bulgaria diventeranno ufficialmente parte dell’area Schengen. Si tratta di una notizia di notevole portata che semplificherà notevolmente i viaggi verso i due Paesi e che quindi cambierà il modo di spostarsi verso questi territori.
Prima però una breve precisazione.
L’area Schengen attuale
L’area Schengen è un accordo tra paesi europei che consente la libera circolazione delle persone attraverso i loro confini interni senza la necessità di controlli passaporto.
Nonostante Bulgaria e Romania facciano parte dell’UE fin dal 2007, finora i viaggiatori dovevano comunque presentare il passaporto ai confini, poiché non appartenenti all’area senza frontiere.
Con l’inclusione nello spazio Schengen nel 2024, i controlli alle frontiere saranno più semplici e snelli, consentendo a chi si dirige in Romania e Bulgaria di attraversare i confini senza gli ostacoli precedenti. Questo rappresenta un passo significativo per circa quattrocento milioni di cittadini europei, che potranno godere della libertà di movimento senza l’obbligo di mostrare il passaporto.
Addio al passaporto
Con l’ingresso di Romania e Bulgaria nella zona Schengen i viaggiatori diretti verso queste mete potranno dire addio al passaporto. I ministeri dell’Interno di entrambi i paesi hanno infatti annunciato la rimozione di alcuni controlli alle frontiere.
Per chi arriva via aerea o marittima da altri paesi Schengen, non sarà più necessario mostrare il passaporto all’arrivo, ma chi attraversa i confini via terra dovrà identificarsi alle autorità per mezzo di un documento d’identità, poiché le norme per i controlli alle frontiere terrestri non sono ancora definite, a causa di un veto esercitato dall’Austria.
Quanti sono i Paesi della zona Schengen ?
La Croazia è diventata l’ultimo membro dell’area Schengen entrando a farne parte nel 2022, completando così un totale di 27 Stati, di cui 23 appartenenti all’Unione europea e quattro associati all’Associazione europea di libero scambio.
Inizialmente composta da cinque paesi, l’area ha visto un progressivo allargamento nel 2007, includendo altri nove stati. Per i viaggiatori senza cittadinanza dell’UE, è importante notare che i soggiorni in Bulgaria e Romania rientrano nel periodo massimo consentito di 90 giorni in 180 giorni nell’area Schengen. Con l’inclusione di Romania e Bulgaria, la dinamica dell’area Schengen sta subendo ulteriori cambiamenti, promuovendo una maggiore libertà di movimento tra i suoi membri.
Ad oggi fanno parte dello spazio Schengen Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia più Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein.
Permesso di soggiorno e Spazio Schengen
Viaggiare in Schengen con il permesso di soggiorno, limiti temporali
I cittadini extra UE in possesso di un permesso UE di lungo periodo o di un permesso di soggiorno possono uscire dall’Italia e muoversi all’interno dell’area Schengen per turismo portando con sé solo il passaporto e il permesso di soggiorno.
Il soggiorno nei Paesi UE è consentito per motivi di turismo, fino ad un massimo di 3 mesi, ma non può lavorare.
In generale si può stare fuori dall’Italia per un periodo che non superi la metà della durata del proprio permesso di soggiorno. Se si rimane continuativamente fuori dall’Italia oltre il limite temporale il permesso di soggiorno potrà essere revocato.
Permessi di soggiorno rilasciati per cure mediche e gravidanza, o permesso di soggiorno per richiesta asilo politico non permettono di superare il confini nazionali dell’Italia.
Sei all’estero e il tuo permesso di soggiorno è in scadenza, il visto di reingresso
Ecco cosa fare. Invia al Consolato Italiano una email, meglio se pec, spiegando la tua situazione personale con i numeri del permesso di soggiorno in mano. Occorre poi ottenere un visto di reingresso, nel caso di permesso di soggiorno scaduto.
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pratiche per stranieri – assistenza legale per immigrazione