Mercoledì prossimo la Commissione europea dovrebbe, finalmente, approvare l’agenda sull’immigrazione. Su Repubblica si legge, tra le indiscrezioni, che dovrebbero essere previste le quote obbligatorie di ripartizione e la revisione delle politiche di asilo.
Inoltre, ci saranno operazione nelle acque libiche e la distruzione dei barconi, ma la principale novità vuole che tutti gli stati membri dell’Unione Europea siano obbligati ad accogliere chi sbarca sulle nostre coste o sulle coste di altri paesi.
Questa necessaria ripartizione delle responsabilità e dei doveri nei confronti dei più deboli dovrebbe porre un freno alla situazione di emergenza che quotidianamente viviamo, soprattutto nel sud Italia.
L’Agenda sull’immigrazione è stata dunque rivelata da indiscrezioni di Repubblica, ma si attendono conferme ufficiali. Il nuovo sistema di quote obbligatore prevede quindi che i migranti che si trovano ora nei centri di accoglienza italiani siano ripartiti tra i 28 stati membri; ogni paese dovrà avviare le necessarie pratiche di asilo o di estradizione all’interno dei propri confini.
Si vogliono poi rivedere anche le politiche di asilo: si auspica infatti la creazione di un asilo politico europeo e non più nazionale; sarebbero previste dall’Agenda anche operazioni militari sulle coste libiche per l’arresto degli scafisti, il sequestro e la distruzione delle navi e imbarcazioni.
La Libia però non ci sta, e boccia la guerra agli scafisti e ogni operazione militare sul suo territorio: “Non ci hanno mai consultati, non accetteremo mai militari sul terreno” racconta l’ambasciatore libico all’Onu.
Non è accettata neanche la distruzione dei barconi, perché sarebbe molto difficile distinguerli da altre imbarcazioni. Spesso le navi utilizzate per il trasporto dei migranti vengono acquistate all’ultimo momento, da privati cittadini.
L’ambasciatore libico invece, per fermare il flusso dei migranti, propone di armare il governo di Tobruk, quello riconosciuto, per far sì che si possa riprendere Tripoli e fermare la morte in mare di tanti concittadini.