Violenza o grave sfruttamento, permesso di soggiorno

Vittime di tratta e sfruttamento e permesso di soggiorno

Lo sfruttamento e la tratta di persone sono realtà drammatiche e gravi che, lungi dall’essere state eradicate nel mondo moderno, troppo spesso riempiono ancora le pagine dei giornali.

Queste realtà criminali spesso colpiscono persone fragili, che non hanno una rete famigliare e sociale sulla quale contare, persone come i clandestini e gli stranieri che vivono nell’ombra e che possono essere facilmente ricattati per il loro stato di vulnerabilità e di povertà.

Entrambe le condotte, tratta e sfruttamento, sono sanzionate pesantemente rispettivamente all’art. 601 e 600 del codice penale italiano, che prevede delle sanzioni che vanno fino a 20 anni e che vogliono colpire chi sfrutta le persone per fini economici, sessuali, o per attività illecite.

Le vittime di tratta e sfruttamento quindi oggi purtroppo sono ancora una grave realtà che è diffusa in tante zone dell’Italia, soprattutto, come abbiamo detto, a danno di persone particolarmente vulnerabili come gli immigrati. Anche per questo motivo, il legislatore italiano ha pensato di dare una particolare protezione alle vittime di tratta o sfruttamento grave.

Fin dal 1998 l’ordinamento nazionale infatti ha introdotto un istituto, noto come protezione sociale, che è rivolto alle persone che sono soggette a sfruttamento. In particolare, si tratta di un istituto rivolto alle vittime di tratta e sfruttamento che permette loro di ottenere un permesso di soggiorno speciale, che consente di ricevere assistenza e protezione contro le condotte criminali.

Ma vediamo meglio in cosa consiste il permesso di soggiorno per vittime di tratta e sfruttamento e come lo si ottiene.

A chi è rivolto il permesso per vittime di tratta e sfruttamento

Come si desume dal nome, questo speciale permesso di soggiorno si rivolge alle vittime di tratta e sfruttamento: si tratta di quegli stranieri, che anche siano sul territorio italiano in maniera irregolare, quindi clandestini, purché siano appunto vittime di situazione di violenza o di grave sfruttamento, così come definiti nell’articolo 18 del Testo Unico n. 286/98.

Queste persone possono accedere al permesso di soggiorno per vittime di tratta e sfruttamento che rientra nei c.d. ‘casi speciali’, che dura sei mesi e che può essere rinnovato per un anno (o per il maggiore periodo che sia necessario alla definizione del procedimento penale).

Questo permesso viene rilasciato alle vittime di tratta e sfruttamento, ovvero a quelle persone che corrono un pericolo per la loro incolumità personale per effetto del tentativo di fuggire dall’associazione criminale o per le dichiarazioni che hanno reso nel corso del procedimento penale.

Non solo. La Questura di riferimento, prima di rilasciare il permesso, deve anche controllare che la vittima abbia aderito ad un piano specifico di integrazione sociale e assistenza.

Sempre necessario, per ottenere il permesso di soggiorno per vittime di tratta e sfruttamento, che sia presente una situazione di sfruttamento grave, violenza, e che il pericolo sussista e che sia grave e attuale, nonché concreto.

Insomma, va certificato che la vittima rischia l’incolumità personale ad esempio per aver denunciato i criminali, o anche se i suoi stessi famigliari sono a rischio di vendette trasversali.

Queste condizioni di sfruttamento e violenza vanno certificate nel corso di un procedimento penale (si pensi ai procedimenti penali per sfruttamento della prostituzione, sfruttamento del lavoro ecc.) o nel corso di interventi a tutela delle vittime.

Comunque sia, non è necessario denunciare gli autori delle violenze per accedere a questo speciale permesso. Le vittime di tratta e sfruttamento possono accedervi anche senza denuncia, secondo il c.d. doppio binario, se la persona vittima dello sfruttamento non fa denuncia ma aderisce ad un programma di assistenza e di integrazione sociale.

Ricapitolando: il permesso di soggiorno alle vittime di tratta e sfruttamento viene riconosciuto sia nel caso in cui la vittima effettui una denuncia che da via quindi al procedimento giudiziario sui fatti avvenuti, sia nel caso in cui non denunci ma sia affidata ad un programma di assistenza e di integrazione sociale, nel quale caso è la Questura a rilasciare il permesso.

Cosa è il piano di assistenza e di integrazione sociale

Il piano di assistenza ed integrazione sociale per le vittime di tratta e sfruttamento è un piano che ha lo scopo, in primo luogo, di accertare le condizioni di sfruttamento subite dalla vittima e poi di aiutare la vittima stessa fornendole gli strumenti per raggiungere l’autonomia economica e sociale integrandosi nella nazione.

Grazie al permesso speciale per le vittime di tratta e sfruttamento, le persone possono anche accedere allo studio, svolgere attività lavorativa, accedere ai Centri per l’Impiego, accedere ai servizi assistenziali, possono anche vedere convertito il permesso in permesso per studio o per lavoro.

Tuttavia, questo permesso viene revocato, se cessa il programma di assistenza, se la condotta del soggetto non è compatibile con le finalità del progetto, o se non ci sono più quelle condizioni che hanno permesso il rilascio.

Aggiornamento a cura dello Studio Legale

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