Visti d’ingresso nella Ue per soggiorni brevi, scattano le nuove regole
Dal 2 febbraio 2020 il prezzo è salito da 60 a 80 euro per ogni domanda di visto, ma cambiano anche le tempistiche e gli accordi
Dal 2 febbraio 2020 sono diventate effettive le nuove tariffe relative ai visti d’ingresso destinati ai soggiorni brevi (quelli per un massimo di 90 giorni) in Paesi dell’Unione Europea, i cosiddetti ‘Short-stay Visas‘.
La modifica rientra nella più complessa riforma del Codice Visti che prevede, almeno sulla carta, uno snellimento nelle procedure, ma anche un controllo più serrato per evitare le migrazioni irregolari.
Quali sono le principali novità in vista?
Costo del visto d’ingresso
La più importante è quella legata al costo: il visto d’ingresso per soggiorno breve infatti è passato da 60 euro a 80 euro.
Un supplemento che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere destinato a migliorare l’informatizzazione e anche dei consolati l’efficienza delle procedure consolari.
Sono previste riduzioni per i minori di 18 anni, mentre il visto sarà ancora gratis per gli Under 6 oltre che tutti gli studenti e i ricercatori.
Tempistiche del visto d’ingresso
Altro novità riguarda le tempistiche. Se prima il limite per presentare la domanda di visto era al massimo di tre mesi, adesso è raddoppiata.
Quindi i viaggiatori potranno richiedere il documento fin da sei mesi prima del viaggio, con un limite minimo di 15 giorni prima.
Se possibile, le domande sono da presentare per via telematica, direttamente nel Paese di residenza del richiedente, anche rivolgendosi a d’agenti esterni quando non esistono rappresentanze diplomatiche del Paese Ue nel quale vogliono recarsi.
Visti per ingressi multipli
C’è una novità anche per i viaggiatori con ‘storia positiva’, cioè quelli che non hanno mai superato nel passato le scadenze dei loro visti d’ingresso.
Potranno ottenere visti per ingressi multipli con validità crescente in maniera graduale da uno a cinque anni.
Invece le procedure di esame delle domande di visto saranno più stringenti o più liberali su temi come costi e esenzioni dal pagamento, validità del visto, tempo massimo per l’approvazione, anche in base ai rapporti di cooperazione tra il Paese d’Origine di chi richiede il visto e quello d’arrivo.
Visti per brevi periodi
Ad inizio 2020 sono ben 105 le nazioni obbligate a chiedere un visto per passare brevi periodi, per turismo o affari, nei 26 Paesi dell’area Schengen.
Si tratta oltre all’Italia, di Austria, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Svezia) oltre a quattro Paesi associati, cioè Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera).
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pratiche per stranieri – avvocato immigrazione
ho un dubbio, se un soggetto è entrato nel nostro territorio con il visto, poi ha fatto la domanda di permesso di soggiorno ma la questura non lo ha ancora consegnato e nel mentre il visto scade, il cittadino straniero è da ritenersi clandestino?