Flussi e formazione all’estero

Decreto flussi e programmi di formazione nei Paesi di origine: come funziona?

L’articolo 23 del Testo Unico sull’immigrazione

Nell’ambito della normativa che disciplina l’accesso degli stranieri extra-comunitari in Italia (il c.d. Decreto Flussi) vi è anche un articolo, il 23, che prevede la possibilità di riservare una quota di ingresso ogni anno a quegli stranieri extracomunitari, e non residenti in Italia, che abbiano effettuato e concluso programmi di formazione e di istruzione nei loro Paesi di origine.

Ma di che tipo di possibilità si tratta? E come si accede in Italia seguendo dei programmi di formazione nei Paesi d’origine?

La previsione del Decreto mira a permettere ad un certo numero di stranieri che effettuino attività formative nei loro Paesi d’origine di raggiungere poi legalmente l’Italia: attualmente, questi programmi di formazione sono quelli che sono svolti nei progetti della Direzione Generale Immigrazione, gestita dal Ministero del Lavoro.

Si tratta nella maggior parte dei casi di progetti che mirano a fornire una preparazione e formazione professionale, civica, ma ovviamente anche linguistica a questi soggetti extra comunitari, prima della loro partenza per l’Italia per svolgere progetti di formazione professionale o ricoprire ruoli lavorativi.

Attualmente, i progetti sono in corso solo con alcuni Paesi extra comunitari, quali ad esempio Albania, Bosnia-Erzegovina, Moldova, ma anche Paesi africani come Nigeria, Tunisia, Ghana, e via dicendo.

Organizzazione dei programmi di formazione

Chi organizza e chi gestisce i programmi di formazione che permettono ai cittadini extracomunitari di raggiungere l’Italia?

L’organizzazione di questi programmi e corsi spetta agli enti locali, quindi Regioni o Provincie autonome ed altri enti locali, ma anche associazioni di categoria dei lavoratori o datori di lavori, enti ed associazioni che lavorano nel settore delle immigrazioni, Università, organizzazioni di società civile senza scopo di lucro, organismi internazionali, e via dicendo.

I programmi di formazione devono consentire, oltre ovviamente all’apprendimento tecnico, anche che i partecipanti imparino la lingua italiana (almeno a livello A1) con tanto di attestazione rilasciata da enti certificatori come università o altri enti.

Come raggiungere l’Italia con i programmi di formazione

Come si può partecipare a questi programmi di formazione per poi ottenere la chance ci avere diritto ad un permesso di soggiorno in Italia?

La selezione dei soggetti che partecipano a questi programmi di formazione va effettuata in conformità alla normativa italiana, ma anche del Paese di riferimento.

Dato che spesso questi corsi hanno come obbiettivo il collocamento professionale dei soggetti che vi partecipano, la selezione, che viene effettuata sulla base dei bandi scritti da chi organizza il corso secondo criteri di trasparenza, avviene sulla base dell’appartenenza a determinati profili professionali o in base alle competenze e titoli di studio acquisiti.

I settori economici nell’ambito dei quali questi programmi di formazione sono spesso organizzati sono generalmente quelli dell’agricoltura, giardinaggio, agri-food, ma anche edilizia, logistica, turismo, ristorazione.

Una volta concluso il programma formativo, è previsto un esame finale il cui scopo è quello di:

  • accertare che il candidato abbia raggiunto un livello linguistico almeno A1 in Italiano, con rilascio, come detto, di una certificazione ufficiale;
  • dopo la frequenza di almeno l’80% dei corsi e delle lezioni, un esame finale con prova scritta, prova pratica e prova orale, il cui superamento permette di ottenere un attestato di frequenza che indica le competenze acquisite.

Superamento dei programmi di formazione e soggiorno in Italia

Il maggiore vantaggio che deriva dal superare i corsi dei programmi di formazione in questione consiste nel fatto che i soggetti che vi riescono possono avere accesso ad offerte di lavoro in Italia, con conseguente permesso di soggiorno.

Infatti gli elenchi di coloro che hanno superato con successo gli esami finali sono trasmessi al Ministero del Lavoro, e hanno il supporto degli organizzatori del corso per tutte le pratiche burocratiche ed amministrative che sono necessarie per la richiesta del permesso di soggiorno e del visto di ingresso.

Le domande di assunzione che riguardano i soggetti che hanno superato i programmi di formazione vengono quindi trattare prioritariamente dagli Sportelli Unici in Italia.

Una volta che un datore di lavoro decida per la loro assunzione, questi soggetti vengono assunti in Italia con richiesta di nulla osta allo Sportello Unico (con modello BPS che riassume le competenze acquisite e la certificazione di lingua italiana).

L’Ispettorato Territoriale del Lavoro effettua le verifiche sulla rispondenza fra i nominativi segnalati e quello del lavoratore, e se la verifica ha esito positivo, lo Sportello Unico, previa verifica della questura, rilascia il nulla osta per ammettere lo straniero in Italia.

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    Portale Immigrazione
    Redazione di portale immigrazione e permesso di soggiorno

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