Cellulari, la scheda sim solo con il permesso soggiorno

Restrizioni sui cellulari per i migranti: sim card disponibili solo con il permesso di soggiorno

Scoppiano le polemiche per una norma aggiunta in extremis nel Ddl Sicurezza, che limita l’accesso alle sim card ai soli migranti con permesso di soggiorno. Magi (+Europa) denuncia: “Misura incostituzionale”.

Una nuova norma inclusa all’interno del Ddl Sicurezza, attualmente in discussione in Parlamento, ha acceso un vivace dibattito tra le forze politiche e l’opinione pubblica.

Si tratta di una disposizione che si aggiunge ad altre già oggetto di polemica, come quelle che prevedono sanzioni più severe per i reati commessi nei trasporti pubblici e lo stop alla vendita di prodotti derivati dalla canapa.

In questo caso, la misura riguarda l’acquisto di sim card da parte dei migranti e introduce una limitazione che rischia di avere importanti conseguenze.

L’art. 32 del ddl Sicurezza

L’articolo 32 del ddl Sicurezza prevede infatti che i cittadini extracomunitari debbano esibire un permesso di soggiorno valido per poter acquistare una sim card.

Questa norma, non presente nella versione iniziale del disegno di legge ma introdotta durante i lavori in commissione, impone una nuova barriera per chi si trova in Italia in maniera irregolare, impedendo l’accesso ai servizi di telefonia mobile. Di fatto, i migranti che non dispongono di un permesso di soggiorno non potranno acquistare una sim card.

Le criticità di questa disposizione non hanno tardato a emergere. In primo luogo, il provvedimento colpirebbe una fascia di persone già in condizioni di fragilità, rendendo più difficile per i migranti irregolari comunicare con amici, familiari o potenziali datori di lavoro, in un contesto in cui le difficoltà di accesso alla documentazione legale sono già ben note.

Il lungo tempo necessario per ottenere il permesso di soggiorno, infatti, lascerebbe molte persone senza la possibilità di accedere a un servizio fondamentale come quello della telefonia mobile.

In secondo luogo, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale di questa misura.

L’articolo 15 della Costituzione italiana tutela infatti la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, e la norma contenuta nel Ddl Sicurezza potrebbe violare questo principio. Impedire a una persona di acquistare una sim card sulla base del suo status giuridico potrebbe essere visto come una limitazione indebita della sua libertà di comunicazione.

Le criticità pratiche

Oltre alle questioni legali, ci sono anche dubbi sulla reale efficacia della misura. Oggi, molti migranti arrivano in Italia già in possesso di un telefono cellulare con una sim card attivata nel Paese d’origine, il che consente loro di rimanere connessi senza dover acquistare immediatamente una scheda telefonica italiana.

Inoltre, le moderne tecnologie offrono la possibilità di acquistare e-Sim, schede telefoniche virtuali, da fornitori internazionali, bypassando le restrizioni previste dalla norma.

Questo renderebbe la disposizione potenzialmente inutile, poiché molti migranti potrebbero comunque trovare metodi alternativi per accedere ai servizi di telefonia mobile.

Un altro punto critico riguarda l’impatto di questa misura sulla sicurezza, uno degli obiettivi dichiarati del ddl. Attualmente, per acquistare una sim card in Italia è già necessario fornire un documento di identità, il che permette una certa tracciabilità degli acquirenti, compresi i migranti irregolari.

Rimuovendo questa possibilità, si rischia di rendere queste persone ancora più invisibili, riducendo la possibilità di monitorare chi entra in possesso di una scheda telefonica. Invece di migliorare la sicurezza, la norma potrebbe paradossalmente peggiorarla, rendendo più difficile l’identificazione dei migranti senza documenti.

Le reazioni politiche

Le reazioni politiche alla norma sono state immediate e accese. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha duramente criticato la disposizione, definendola incostituzionale e discriminatoria.

Secondo Magi, la norma non ha alcuna giustificazione in termini di sicurezza, ma è piuttosto un tentativo di colpire i migranti in attesa di regolarizzazione, aggravando ulteriormente la loro situazione.

Il segretario ha sottolineato come la norma violi la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che garantisce il diritto alla libertà di espressione e di comunicazione senza interferenze da parte delle autorità.

Anche Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera, ha espresso una dura condanna della norma. Zaratti ha accusato il governo di ipocrisia e razzismo, sottolineando come i migranti irregolari siano spesso sfruttati nel mercato del lavoro, soprattutto in agricoltura, ma privati di diritti fondamentali come quello di accedere ai servizi di comunicazione.

Secondo Zaratti, questa norma esporrebbe l’Italia a critiche internazionali, danneggiando ulteriormente l’immagine del Paese per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani.

Un provvedimento controverso

Insomma, la disposizione sull’acquisto delle sim card per i migranti irregolari contenuta nel ddl Sicurezza rappresenta uno dei punti più controversi del disegno di legge.

Oltre a sollevare questioni di costituzionalità e violazioni dei diritti umani, la misura sembra essere poco efficace sul piano pratico, rischiando di creare più problemi di quanti ne risolva.

Mentre il governo continua a difendere la necessità di rafforzare la sicurezza interna, le critiche provenienti dall’opposizione e dagli esperti di diritti umani indicano che questa norma potrebbe finire per danneggiare non solo i migranti, ma anche la reputazione dell’Italia a livello internazionale.

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