Badanti e colf, le regole per l’estate: dalla sostituzione alla monetizzazione delle ferie

Colf e collaboratori familiari stranieri, ecco quali sono le regole per le ferie

In vista dell’arrivo delle vacanze estive, tutte le famiglie in cui lavora una colf o una babysitter si stanno domandando come comportarsi per le ferie.

Partiamo dalla prima regola valida in termini di vacanze: bisogna cioè stabilire all’interno della lettera di assunzione quali siano le modalità di fruizione delle ferie in termini di periodo. È importante cioè che il lavoratore domestico possa andare in ferie nello stesso frangente del suo datore.

Se questa clausola non è contenuta nel contratto, lo stesso può essere modificato in qualunque momento. Onde tuttavia evitare complicazioni,  soprattutto per lavoratori stranieri che vanno via nel loro Paese e poi desiderano tornare, meglio tenere d’occhio la situazione pandemia attuale (in caso di spostamenti sul territorio europeo, si consiglia di verificare che il domestico abbia una certificazione verde valida).

Il contatore delle ferie

Ad un lavoratore domestico spettano 26 i giorni di stop di cui ha diritto un collaboratore domestico sia se è convivente sia se lavora ad ore, per ogni anno di servizio svolto. Il periodo di fruizione si conteggia dal lunedì al sabato al di là della durata e della distribuzione dell’orario di lavoro.

Se la prestazione di lavoro non ha raggiunto l’anno di anzianità, i giorni di stop vengono calcolati sulla base dei mesi lavorati, ovviamente in dodicesimi. Di sua spontanea volontà comunque, il datore di lavoro può proporre anche la concessione di un anticipo di giorni di ferie non maturati accordando per un periodo extra di ferie non spettante di diritto al lavoratore.

Modalità di fruizione

I giorni che spettano al lavoratore domestico vanno goduti tutti insieme, o al massimo in due tranche, ma con almeno 14 giorni consecutivi previsti tra i mesi di giugno e settembre.

Nel caso di lavoratore straniero. il Ccnl (art. 17) è concesso una deroga grazie alla quale si possono accumulare le ferie di un biennio da utilizzarle tutte insieme per il cosiddetto «rimpatrio non definitivo».

L’interruzione delle ferie

Le ferie subiscono le loro interruzioni nel momento in cui, in quel lasso di tempo il lavoratore dovesse ritrovarsi vittima di una malattia che comporti il ricovero in ospedale.

Non ci sono altri casi in cui le ferie si possono interrompere, anzi bisogna mettere in evidenza che in questo lasso di tempo continuano a maturare tutti gli istituti contrattuali come la tredicesima, l’anzianità di servizio e il tfr.

La sostituzione

Se il datore di lavoro ha bisogno per esigenze della propria famiglia di chiamare un sostituto che sopperisca all’assenza del lavoratore domestico titolare durante le ferie si può fare a patto che il contratto sia a tempo determinato.

Il presupposto di questa sostituzione deve essere infatti l’esigenza di un’attività una tantum, ricorrendo al Libretto famiglia per le prestazioni occasionali.

La trasferta

Quando il datore di lavoro o la famiglia si sposta, il lavoratore domestico ha l’obbligo di spostarsi con lui, se si tratta di soggiorni temporanei in altri comuni o in residenze secondarie.

Se all’interno del contratto di assunzione non è previsto diversamente, allora al lavoratore non andrà corrisposta nessuna diaria giornaliera. Si può comunque decidere l’ipotesi di una trasferta anche con un lavoratore assunto ad ore ma in questo caso ci vorrà la modifica temporanea delle condizioni contrattuali.

Monetizzazione delle ferie

Quando il lavoratore domestico non sfrutta le sue ferie, non c’è verso che le stesse vengano monetizzate. Questo in quanto il godimento delle ferie rappresenta un diritto irrinunciabile, anche quando la richiesta arriva direttamente dal lavoratore.

Tuttavia a questa classica regola si contrappone un solo caso di eccezione: qualora il rapporto di lavoro con la famiglia cessi, il datore avrà l’onere di versare all’ex dipendente una somma a titolo di copertura dei giorni di ferie non goduti (che normalmente sono indicati nella busta paga mensile).

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