Permesso di soggiorno per residenza elettiva

Permesso di soggiorno per residenza elettiva e giurisprudenza

Il permesso di soggiorno per residenza elettiva è un documento pensato per i cittadini stranieri al fine di consentire loro di soggiornare in Italia, indipendentemente dall’occupazione lavorativa, a condizione che dimostrino di avere sufficienti risorse economiche per mantenersi in maniera autonoma. È adatto soprattutto a coloro che desiderano vivere nel nostro paese senza . Di seguito,

Le principali ipotesi di rilascio del permesso per residenza elettiva

Ci sono alcuni diversi casi in cui è possibile ottenere il permesso di soggiorno per residenza elettiva:

  1. Straniero con visto per residenza elettiva: in questo caso lo straniero deve dimostrare di possedere una residenza in Italia e risorse economiche idonee al sostentamento. Le risorse possono provenire da pensioni, vitalizi, proprietà immobiliari o altre fonti diverse dal lavoro subordinato.
  2. Conversione di altri permessi di soggiorno: Il permesso di soggiorno per residenza elettiva può essere conseguenza di una conversione di altro permesso come quello per lavoro subordinato, autonomo o per motivi familiari, a condizione che abbia cessato l’attività lavorativa e sia in possesso di una pensione o altre rendite sufficienti a garantire l’autosufficienza economica.
  3. Familiare di cittadino comunitario: Questo permesso può essere concesso anche ai cittadini stranieri che siano familiari di cittadini comunitari, purché non rientrino nella definizione classica di “familiare” secondo il diritto comunitario.
  4. Dipendente del Vaticano: I dipendenti, sia religiosi che laici, di enti del Vaticano, possono richiedere il permesso di soggiorno per residenza elettiva.

Requisiti e documentazione necessaria

La domanda per il rilascio del permesso di soggiorno per residenza elettiva deve essere presentata presso gli uffici postali abilitati, utilizzando moduli appositi (kit postale banda gialla) e allegando diversi documenti come passaporto, attestazione di disponibilità di una casa, documenti attestanti il possesso di risorse economiche sufficienti a garantire il mantenimento in Italia (ad esempio, pensioni, rendite immobiliari, vitalizi).

Va altresì presentata la ricevuta del bollettino postale prepagato per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico.

Pro e contro del permesso di soggiorno per residenza elettiva

Uno dei principali vantaggi di questo tipo di permesso è risiedere in Italia ma senza il vincolo lavorativo, godendo così non solo dei diritti di soggiorno ma anche di quelli di accesso ai servizi locali. Chi detiene il permesso di residenza elettiva non può intraprendere attività lavorative, né subordinata né autonoma.

Per i familiari conviventi del titolare, può avvenire il rilascio di un permesso di soggiorno per residenza elettiva, purché si dimostri di essere in possesso di risorse economiche adeguate per il mantenimento di tutti i membri del nucleo familiare.

Sentenza del Consiglio di Stato n. 7403/2024 sulle risorse sufficienti per il rilascio

La recente sentenza del Consiglio di Stato n. 7403/2024 ha precisato alcuni aspetti riguardo questo particolare permesso di soggiorno.

Nel caso di specie, due cittadini nigeriani hanno richiesto un visto per residenza elettiva in Italia presso il Consolato Generale d’Italia a Lagos, dichiarando di possedere i requisiti economici necessari senza dover svolgere attività lavorative nel paese.

La loro richiesta è stata respinta dal Consolato perché non avrebbero dimostrato risorse sufficienti, stabilendo che le entrate derivanti dai loro risparmi (principalmente obbligazioni) non fossero stabili o adeguate.

La questione principale verteva sull’interpretazione delle fonti di reddito ammissibili per il rilascio del visto per residenza elettiva. Il Consolato aveva sostenuto che le obbligazioni e altre fonti di reddito dei ricorrenti non soddisfacessero i requisiti stabiliti dal decreto interministeriale 850/2011.

Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello, affermando che i richiedenti possedevano risorse economiche sufficienti per ottenere il visto. In particolare, ha stabilito che le obbligazioni, che generano entrate periodiche sotto forma di interessi fissi, costituiscono una fonte di reddito stabile e regolare. Le obbligazioni, infatti, non sono soggette alle fluttuazioni di mercato come le azioni, e garantiscono una remunerazione costante, rispettando quindi i requisiti richiesti per la residenza elettiva.

Critica alla decisione

La sentenza ha suscitato alcune critiche, poiché il Consiglio di Stato ha ritenuto che anche i redditi derivanti da attività lavorative da remoto, che i richiedenti intenderebbero continuare a svolgere dall’Italia, potessero essere considerati validi per il calcolo del requisito reddituale.

Questa interpretazione è controversa, poiché il visto per residenza elettiva esclude esplicitamente la possibilità di svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa, compresa quella da remoto, che invece richiederebbe un diverso tipo di visto.

Ad ogni modo, la sentenza ha annullato i provvedimenti di diniego del Consolato, ordinando una nuova valutazione della richiesta di visto, tenendo conto delle motivazioni espresse. L’Amministrazione dovrà riesaminare la documentazione e decidere nuovamente, basandosi sulla nuova interpretazione fornita dal Consiglio di Stato.

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